La ricetta

Da bambino, quando la mia famiglia preparava la conserva di pomodoro in gran quantità per l’inverno, veniva utilizzato il metodo delle bottiglie riscaldate in forno che, una volta riempite, finivano a raffreddare sotto coperta. Oggi però che tutto è cambiato e c’è una maggiore attenzione alla sicurezza alimentare si utilizza la  modalità di conservazione che prevede la pastorizzazione dei vasetti in acqua. Il metodo più sicuro rimane comunque quello di conservarla in freezer.

Il periodo migliore per preparare la conserva di pomodoro è quello tra fine agosto e gli inizi di settembre poiché si trovano dei pomodori maturi e ricchi di polpa come il costoluto (es. il pomodoro riccio siciliano), il San Marzano, il Piccadilly, i pomodori di Pachino, il datterino, il pomodoro perino. Io avendo fatto la salsa di pomodoro in Liguria non ho potuto scegliere: il fruttivendolo mi ha procurato il pomodoro perino, l’unico che era nella disponibilità del suo fornitore.

La ricetta è suddivisa in due parti: nella prima prepariamo la salsa di pomodoro e nella seconda facciamo la conserva. Per quanto riguarda la conserva occorre rispettare alcune regole fondamentali. Innanzitutto la parola d’ordine è igiene assoluta: mani, banco di lavoro e strumenti dovranno essere estremamente puliti. Il CNRB ha inoltre predisposto delle linee guida sulla corretta modalità di preparazione delle conserve ad uso domestico. Essendo una guida molto completa e dettagliata vi invito a leggerla per avere maggiori dettagli su come effettuare una corretta conservazione degli alimenti.

Essendo la Cucina di Tricchi Trocchi un blog di racconti e di ricette, prima di vedere come si prepara la conserva di pomodoro vorrei raccontarti una storia – in questo caso clicca sul tasto “continua a leggere” per saperne di più – se invece vuoi passare direttamente alla sua preparazione, scorri più in basso per andare alla lista degli ingredienti.

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Il mese di agosto non era solo il mese della spensieratezza, delle vacanze dalla scuola, del dormire fino a tardi e del tempo trascorso al mare in compagnia dei cugini, era anche il mese in cui adulti e bambini si ritrovavano insieme per ripetere tutti gli anni lo stesso rituale, in un alternarsi di momenti carichi di serenità e di emozioni. Sensazioni di benessere che nascevano dalla consapevolezza che la felicità era fatta di piccoli attimi che, una volta vissuti, sarebbero stati catturati e custoditi nella memoria per tutta la vita, benedicendo il buon Dio per averli provati.

Lo zio Pippo arrivava con il suo fuoristrada carico di cassette ricolme di pomodoro rosso vivo che aveva raccolto in campagna e, una volta concluso la discesa che lo conduceva al parcheggio, trovava pronte ad aspettarlo zia Zina, mamma Ina e Zia Raffaela che lo aiutavano a scaricare ciò che da lì a qualche giorno avrebbe lasciato posto alle conserve per l’inverno. Noi bambini eccitati guardavamo quella scena come se stessimo assistendo ad una rappresentazione teatrale, con la convinzione che a breve avrebbe avuto inizio il periodo più divertente e spensierato della stagione: la preparazione della conserva di pomodoro.

Da piccoli trascorrevamo le nostre estati al mare in compagnia dei cugini. Salvatore, Elisa, Mariella, Irene, Francesco che più che parenti erano per me e mia sorella Roberta ciò che di buono la vita ci avesse donato. Mai uno screzio, un litigio, un malinteso ma solo complicità e tanto affetto donato in maniera gratuita senza chiedere o pretendere nulla in cambio.

Le nostre giornate trascorrevano tra un bagno al calar del sole, una spaghettata a mezzanotte, un gavettone con il tubo dell’acqua mentre si annaffiavano le aiole e tante, ma tante risate. La sera non era infrequente che ci intrattenessimo a parlare, anche fino a notte fonda, con indosso maglioni e coperte per fare fronte all’umidità che arrivava dal mare distante pochi metri.

Insieme agli adulti giocavamo spesso a nascondino, alle belle statuine oppure ad “acchiana u patri cu tutti i so figghi”. Mio madre, uomo tutto d’un pezzo, in questi contesti lasciava da parte la sua rigidità per mostrarsi come realmente era, una persona divertente e divertita, capace di sapere sorprendere tutti per la sua capacità di far ridere di sé.

La preparazione della conserva di pomodoro faceva parte proprio di questi momenti gioviali in cui ognuno aveva un ruolo ben determinato. L’attività estiva veniva anticipata dalla raccolta durante tutto l’anno delle bottiglie dell’acqua e della birra. Al momento si acquistavano solamente i tappi a stella che venivano venduti dentro a dei grandi sacchetti trasparenti.

Le donne si preoccupavano di lavare i pomodori, di spiricuddarli (togliere il picciolo), di aprirli con le mani buttandoli dentro a dei grandi pentoloni di alluminio e di tagliare le cipolle.

Gli uomini erano intenti ad arriminare (mescolare) con degli enormi assi in legno il loro contenuto dopo avere deposto i grandi tegami sopra ai fornelli da camping. Una volta cotto, il pomodoro veniva versato dentro al passa pomodoro elettrico che, da una parte lasciava fuoriuscire litri e litri di salsa e dall’altra le bucce attaccate tra di loro come se fossero dei lunghi budelli.

Successivamente era il momento della sanificazione delle bottiglie, del loro riempimento, dell’imbottigliamento e delle ulteriori fasi che annunciavano la fine dei lavori. Poi il tutto finiva sotto coperta in attesa che si raffreddassero.

Tutte le volte si produceva un quantitativo di bottiglie davvero elevato tanto da essere smistate tra  parenti e amici. Un paio di cassette venivano sistematicamente messe sul treno merci e spedite fino a Milano dallo zio Franco, il fratello di mia madre, la cui famiglia apprezzava molto quel gesto. Dopo quel lungo viaggio qualche bottiglia scoppiava una volta arrivata a destinazione, ma questa è un’altra storia.

E una volta terminato quel lavoro, sporchi e grondanti di sudore, ogni estate mio padre ripeteva puntualmente: ”Natr’annu unni vogghiu sapiri nenti, accattamu u pummaruoru ru supermercato” (l’anno prossimo non ne voglio sapere più nulla, compriamo il pomodoro del supermercato). A quel punto gli altri in coro rispondevano: “nca chi” (certo, sicuramente…). Ma l’anno successivo, avendo dimenticato le fatiche spese eravamo ancora una volta lì, pronti per rifare tutto daccapo consapevoli che il divertimento e la condivisione erano più grandi della stanchezza provata.

E tra una risata e l’altra la musica in sottofondo accompagnava quelle giornate spensierate ricordandoci che erano gli anni 80, gli anni delle cassette musicali, dei walkman, delle videocassette, delle macchine fotografiche con il rullino, dei telefoni a gettoni, della vespa 50 ed erano anche gli anni in cui Paolo Rossi segnava i suoi goal in un’Italia che sapeva di buono.

Difficoltà

Facile

Dosi Per

Non applicabile

Preparazione

3 Ore circa

Cottura

1 Ora circa

Lista ingredienti della salsa di pomodoro

Pomodori maturi per salsa q.b.

Cipolla q.b.

Sale q.b.

Basilico q.b.

Utensili richiesti

Spremi pomodoro

Imbuto a collo largo

Mestolo

Cucchiaio di legno

Barattoli in vetro

Tappi nuovi con capsule per sottovuoto

Procedimento

1

Per prima cosa dedichiamoci alla preparazione della salsa di pomodoro. Solo successivamente potremo decidere se vogliamo conservarla per l’inverno. Per farla laviamo bene i pomodori sfregandoli con le mani per rimuovere eventuali impurità o terra. Eliminiamo il picciolo, l’apice, le parti rovinate o ammaccate e tagliamoli in pezzi regolari, prima a metà e poi dividiamoli ulteriormente qualora fossero grandi.

2

Disponiamo i pomodori dentro ad una capiente pentola, aggiungiamo la cipolla tagliata a fette e un po’ di sale. Se lo desideriamo possiamo aggiungere già in questa fase anche il basilico oppure inserirlo nei barattoli al momento dell’invaso. Mescoliamo di tanto in tanto e facciamo cuocere con il coperchio a fiamma moderata fino a quando la pelle si sarà staccata. Con una paletta forata scoliamo i pomodori lasciando nella pentola l’acqua di vegetazione. Qualora occorresse versiamoli dentro ad uno scolapasta in modo da eliminare l’ulteriore acqua in eccesso.

3

Passiamo il pomodoro e ripassiamo gli scarti più volte per recuperare l’ulteriore polpa. Laviamo i barattoli con un detergente per stoviglie. I tappi andranno lavati solo con acqua calda. Usiamo solo tappi nuovi. Adesso facciamo la sanificazione. Io ho proceduto così. Dopo avere asciugato i barattoli ho acceso il forno a 130° in modalità statica e li ho lasciati dentro per almeno un’ora e comunque fino al momento dell’utilizzo. Prima di invasare il pomodoro ho fatto bollire i tappi per circa 10/15 minuti. Li ho prelevati con una pinza da cucina e li ho asciugati per bene con uno strofinaccio e poi con carta da cucina. Io ho usato questo metodo ma quello più indicato consiste nel disporre barattoli e coperchi precedentemente lavati dentro ad una pentola all’interno della quale dovranno bollire per circa 10/15 minuti. L’operazione va fatta poco prima dell’invasamento in modo che i barattoli siano ancora tiepidi.

4

Dopo avere ricavato la salsa di pomodoro (vedi precedente step N. 3) versiamola dentro ad una pentola pulita e facciamola bollire a fuoco dolce senza coperchio fino a quando l’acqua in eccesso sarà evaporata. Prendiamo i barattoli caldi con i guanti e riempiamoli fino a due cm. circa dal bordo (non dovranno essere completamente pieni) aiutandoci con un imbuto a collo largo. Puliamo per bene i bordi nel caso in cui si fossero sporcati. Chiudiamo con i tappi bene ma senza stringere eccessivamente.

5

Procediamo con la pastorizzazione per fare la conserva. Mettiamo i barattoli in una pentola con i tappi rivolti verso l’alto e inseriamo uno strofinaccio tra un vaso e l’altro per evitare che urtino. Copriamo con acqua tiepida che dovrà superare di almeno 5 cm. i tappi dei barattoli e portiamo ad ebollizione con il coperchio. Se l’acqua evapora inseriamone dell’altra alla stessa temperatura e versiamola tra gli spazi dei barattoli. In media la pastorizzazione della salsa in contenitori da un litro dura almeno 40 minuti, se i contenitori sono da mezzo litro circa 35 minuti dall’ebollizione dell’acqua. Per questo ed altri approfondimenti sulla preparazione delle conserve ad uso domestico è importante leggere le linee guida del CNRB  (clicca qua). Lasciamo raffreddare i vasetti dentro l’acqua oppure avvolti con una coperta di lana. Li potremo avvolgere dopo 5/10 minuti da quando avremo spento il fuoco. La conserva è pronta.

6

Il sottovuoto si sarà creato se la capsula apparirà concava (incurvata verso l’interno del barattolo) e cliccando al centro non farà il classico clik clack. A questo punto disponiamo i nostri barattoli al buio in dispensa oppure in cantina ed attendiamo almeno un mese prima di consumarli. Una volta aperti controlliamo sempre il contenuto, sia visivamente ispezionando il barattolo all’esterno e all’interno, sia annusando il pomodoro. Nel caso in cui riscontrassimo qualche anomalia buttiamo via tutto. Una volta che la preparazione sarà andata a buon fine utilizziamo la salsa di pomodoro per le nostre ricette. Io ho optato per una spaghettata con melanzane fritte e una generosa spolverata di caciocavallo grattugiato. Vuoi sapere come prepararla? Guarda in fondo alla pagina nel box dal titolo “utile da sapere”.

Utile da sapere!

Con 12 kg. di pomodoro è possibile preparare circa tre barattoli da 70 cl. e 9 da 30 cl. Dipenderà molto dalla qualità del pomodoro e dell’acqua in esso contenuta.

 

 Una buona pasta con la salsa di pomodoro semplice e gustosa? Facciamo un soffritto di cipolla, aggiungiamo la passata di pomodoro, delle foglie di basilico, un po’ di zucchero, del sale e facciamola cuocere. A parte tagliamo una melanzana a fette, saliamole e facciamole spurgare dentro ad uno scolapasta per circa un’ora. Trascorso questo tempo asciughiamole con della carta assorbente e friggiamole in olio di semi girasole ben caldo. Condiamo la pasta il pomodoro con le fette di melanzane fritte e una generosa spolverata di caciocavallo grattugiato siciliano oppure di parmigiano. Dopo l’impiattamento le fette di melanzane andranno tagliate con coltello e forchetta a listarelle, mescolate alla pasta e buon appetito!


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