La ricetta

Se le melanzane sono in cima alle vostre preferenze, allora dovete assolutamente provare questa versione siciliana, semplice e gustosa delle melanzane ammuttunate che tradotto vuol dire imbottite o ripiene. La ricetta tradizionale prevede l’utilizzo di una varietà che si trova tipicamente nell’isola, che ha delle dimensioni contenute e uno spiccato gusto amarognolo in grado di sposarsi bene con il resto degli altri ingredienti. Purtroppo è praticamente impossibile trovarle al di fuori della Sicilia e dunque le alternative sono due: farvele spedire da qualcuno che vi ha particolarmente a cuore oppure utilizzare quelle lunghe e strette che taglieremo in due parti per accorciarle. Per prepararle seguiremo la ricetta tradizionale che consiste nel riempirle con del sale, del pepe, del caciocavallo, dell’aglio e della menta, poi nel friggerle leggermente ed infine nel cuocerle dentro a tanta salsa di pomodoro che utilizzeremo anche per condire un buon piatto di spaghetti.

Essendo la Cucina di Tricchi Trocchi un blog di racconti e di ricette, prima di vedere come si preparano le melanzane ammuttunate alla siciliana vorrei raccontarti una storia – in questo caso clicca sul tasto “continua a leggere” per saperne di più – se invece vuoi passare direttamente alla sua preparazione, scorri più in basso per andare alla lista degli ingredienti.

Il racconto di oggi è ambientato in un piccolo paesino dell’entroterra siciliano dove la vita scorre lenta, dove tutti si conoscono molto bene, forse anche troppo, e dove non c’è mai un evento capace di sconvolgere la tranquillità del luogo… Anzi, a pensarci bene, su quest’ultima osservazione è meglio soprassedere!

Tutti sanno tutto di tutti e così risulta difficile tenere nascosta qualunque verità. E’ il luogo della non privacy dove è impossibile mantenere un segreto senza che gli altri non ne siano tempestivamente informati. La regola che vige è che il paese è come una famiglia: i panni sporchi si lavano in piazza.

Ed è in questo variopinto contesto che prende vita la nostra storia…

– Buongiorno, è permesso?

– Prego si accomodi, la porta è aperta.

– Beh, con questa porta aperta esce un profumino!!! Signora, scusi se la disturbo mentre sta cucinando ma sto cercando suo marito.

– Ma si figuri, nessun disturbo, devo però dirle che mio marito non c’è.

– Ah, e sa dove posso trovarlo?

– Mi spiace, non saprei. Stamattina è uscito presto e non è ancora rientrato.

– Va bene, allora ritornerò presto. Posso avere un’altra informazione?

– Prego, mi dica!

– Cos’è che sta cucinando?

– Melanzane ammuttunate.

– Che profumo che emanano! Me lo farebbe un piacere?

– Certo, se posso volentieri…

– Mi dice come le prepara? Deve sapere ca me mugghieri è n’anticchiedda (un po’) imbranata in cucina e vorrei fargliele preparare.

– Certo, venga dentro però, non stia sulla porta, così glielo spiego.

L’indomani mattina, approssimativamente alla stessa ora, il dialogo si ripropone:

– Buongiorno signora, è permesso?

– Certo, la porta è aperta, venga.

– Sto cercando suo marito, è in casa?

– No, mi dispiace, mio marito è uscito presto anche questa mattina e non è ancora rincasato.

– Porca miseria, non riesco mai a beccarlo! Posso chiederle cos’è previsto nel menu di oggi?

– Certo, anche oggi sto preparando le melanzane ammuttunate. Sa, mio marito è un vero goloso di questo piatto e quindi per farlo contento, visto che in estate ci sono le melanzane adatte, glielo preparo tutti i giorni.

– E come dargli torto!!! Effettivamente è un piatto buonissimo.

– Posso chiederle una cortesia?

– Certo, se posso… Mi dica pure!

– Non è che gentilmente mi potrebbe ridire come le prepara? Perché sa, ieri ho cercato di spiegarlo a mia moglie ma credo di essermi perso qualche passaggio e non sono riuscito a farglielo capire a dovere.

– Certo, che problema c’è. Entri in casa e si sieda che le spiego di nuovo tutto dall’inizio.

La stessa scena si ripeterà anche nelle mattine successive ma questa volta con interlocutori diversi. Anch’essi prima chiedevano del marito di Silvana e poi, una volta appurato che non era in casa, si interessavano alla preparazione delle melanzane. Silvana, una signora avvenente di circa quarant’anni d’età era da tutti soprannominata “la nordica” per via delle sue origini…

Considerando che in paese anche le pareti avevano le orecchie, la cosa non passò inosservata alle telecamere del luogo: la zia Pina, la zia Maria e la zia Sarina. Le tre vecchiette, incuriosite per quello strano e ripetitivo dialogo mattutino, iniziarono a farsi mille domande.

Mah, ma chi beni a diri (cosa significa tutto questo), certo che è strano, disse la zia Maria, ma è mai possibile che una fimmina siciliana che si rispetti non sappia cucinare i milinciani ammuttunate? Mischini (poveretti), sti mariti sunnu costretti ad elemosinare una ricetta da una che per giunta non neppure del posto! Poi si sa, gli uomini non sono portati in cucina e combinano nchiappi! (casini). E’ come se si chiedesse ad una gallina di volare… per quanto quella si sforzi rimarrà sempre a terra. Eppure dobbiamo aiutarle. Ma cam’affari? (Cosa dobbiamo fare).

Fu così che le tre grazie cominciarono ad escogitare varie soluzioni ma nessuna sembrava in grado di risolvere quell’assurda situazione. E se andassimo a casa delle mogli ed insegnassimo loro come si cucinano? Disse una di loro. E se le cucinassimo tutte le settimane e gliele portassimo a casa in modo che le spaccino per fatte da loro? Disse un’altra. E se facessimo un video cu telefonino e glielo inviassimo così da consultarlo all’occorrenza? Disse un’altra ancora. Insomma, ogni soluzione che proponevano scontava però qualche margine d’incertezza. Nel primo caso risultava difficile perché le signore abitavano in varie parti del paese non agevolmente raggiungibili, nel secondo caso significava mettersi una sorta di rendita sulle spalle e la terza soluzione non era realizzabile perché non avevano né un cellulare, né sapevano fare i video. Loro comunicavano solamente tramite telefono senza fili il che significava che una frase partiva dalla bocca di una, raggiungeva l’orecchio dell’altra per poi essere trasformata nel significato originale una volta arrivata a destinazione…

Ma un giorno, uno dei tanti, successe una cosa ancora più strana. Dalla signora Silvana le visite aumentarono e addirittura ci fu una sorta di processione. Probabilmente si era sparsa la voce circa le abilità culinarie di quella brava donna e tutti si recavano da lei. Iniziò il sig. Alaimo di buon mattino, poi arrivò il sig Russo, poi fu il turno del sig. Messina, poi del sig. Caruso, poi del sig. Vaccaro, del sig. Piazza e infine del sig. Rizzo.  Le orecchie delle signore sentivano sempre le stesse frasi del tipo: c’è suo marito? Cosa sta cucinando? Che buon profumo che c’è! Mi spiega come le prepara? E così via…

Fu così che le tre vedette realizzarono qual era il problema!!! Ma perché non ci abbiamo pensato prima, dissero in coro? Era ormai palese che le donne del posto non sapevano più cucinare quel piatto ormai probabilmente dimenticato, e che per vergogna di ammetterlo mandavano in avanscoperta i mariti per cercare di carpire qualche segreto in cucina.

Dobbiamo fare qualcosa al più presto, dobbiamo salvare le tradizioni in qualità di anziane del paese, dissero a gran voce. Noi abbiamo delle responsabilità. Dunque che si fa? Fu così che si riunirono con le altre anziane del paese per un conclave straordinario. Dopo qualche giorno decisero all’unanimità che avrebbero coinvolto le mogli di quei signori per insegnargli a preparare le melanzane…. Ma dove organizzare? Come fare per realizzare tutto questo in gran segreto? Beh, quale migliore occasione che andare direttamente a casa di colei che preparava tutti i giorni quella ricetta? Del resto essendo così ben disposta ad elargire consigli, pareva l’unica idea degna di questo nome. Nessuno avrebbe però dovuto sapere niente visto che quelle mogli andavano tutelate. Se si fosse sparsa la voce che non sapevano cucinare, che figura avrebbero fatto? Fu così che le tre grazie recapitarono gli inviti in maniera segretissima affidandoli a Don Pietro, il fruttivendolo del paese che ignaro di cosa stesse consegnando inseriva i pizzini dentro ai sacchetti della frutta oppure dentro al panaro “calato” dal balcone con una corda. Furono così convocate la mattina del giovedì successivo in una traversa che costeggiava la casa della signora Silvana. Per non rendere la cosa plateale scrissero nell’invito: Vossignoria illustrissima è pregata di presentarsi giovedì 11 agosto 2022 alle ore 10.00 in via dei Ciclamini di fianco alla fontana. Ci raccomandiamo, acqua in bocca… La cosa deve rimanere segretissima. Firmato Maria, Pina e Sarina.

Il giorno stabilito, le signore molto incuriosite si presentarono all’appello. Gli accordi erano che ognuna sarebbe dovuta entrare ad origliare in casa di Silvana una volta arrivato il turno del proprio marito. Ma quando quelle mogli capirono l’intento delle anziane signore, consapevoli del fatto che ognuna di loro conosceva perfettamente l’esecuzione di quella ricetta, gli venne un sospetto: siamo sicure che i nostri mariti vengano qua per capire come si cucinano le melanzane? Non ci volle molto per scoprire che quei fedigrafi, con la scusa “ri milinciani” trascorrevano allegramente il loro tempo in compagnia di quella donna che tutto sapeva fare, fuorché cucinare.

E così, per via di quei tradimenti culinari, gli infidi mariti dovettero subire i vastunati (legnate) delle proprie consorti, mentre della signora Silvana non si seppe più niente e nessuno la vide più in giro. Qualcuno disse che si era aperta una friggitoria in un paese più avanti, altri che coltivava ortaggi, ma la cosa certa fu che da allora tutti la ricordarono come “chidda ri milinciani” (quella delle melanzane).

Difficoltà

Facile

Dosi Per

Non specificato

Preparazione

1 ora

Cottura

30 Minuti

Lista ingredienti melanzane ammuttunate siciliane

Melanzane piccole siciliane

Caciocavallo semi stagionato

Aglio rosso di Nubia

Menta siciliana

Sale

Pepe

Cipolla

Zucchero

Salsa di pomodoro fresca

Olio extravergine di oliva

Procedimento

1

Per prima cosa prepariamo sul piano di lavoro tutti gli ingredienti. Mischiamo dentro ad una ciotolina il sale e il pepe nella proporzione di 60 e 40, tagliamo il caciocavallo a listarelle di 2,5 cm. X 3 mm., puliamo l’aglio eliminando l’anima da ogni spicchio e tagliamolo per il lungo ad uno spessore di circa 3 mm., laviamo la menta. Eliminiamo il peduncolo dalle melanzane, facciamo quattro incisioni parallele e verticali 3 cm. e mezzo e dentro ad ogni sacca inseriamo in ordine il sale ed il pepe, un pezzetto d’aglio, un pezzetto di caciocavallo ed infine una fogliolina di menta per sigillare.

2

In un’ampia padella versiamo dell’olio extravergine d’oliva e una volta caldo versiamo dentro le melanzane che dovranno rosolarsi. Non appena avranno cambiato colore scoliamole e teniamole da parte. Nel frattempo avremo preparato del soffritto di cipolla in cui avremo versato della salsa di pomodoro fresca ed a cui avremo aggiunto del sale e un po’ di zucchero. A metà cottura aggiungiamo le melanzane e continuiamo a cuocere fino a quando infilzando una forchetta non vedremo che saranno cotte. Disponiamo le nostre melenzane ammuttunate siciliane su di un piatto e ricopriamole con abbondante salsa di pomodoro. Si consumano con del buon pane.


Commenti (10)
  1. Sono buonissime io li preparo così invece di mettere la menta metto basilico e l.wglio sale pepe e sardine e metto nel forno ora li farò così nel sugo sono siciliana

  2. Quanti ricordi mi hai rinverdito ! Da ragazzina quando si chiudevano le scuole, venivo spedita in Sicilia dalla zia Tatuedda. Lei faceva le melanzane di questa ricetta con una variante; anziché finirle di cuocere sul fornello, lei li finiva di cuocere nel forno. In genere questo succedeva quando faceva il pane. Lei 2 volte alla settimana, faceva il fane friscu, alla fine quando sfurnava, aveva già preparato le melanzane da finire di cuocere che immancabilmente venivano consumate la sera con il pane fresco. Ricordo ancora il piacere di quel delizioso piatto che mai sono riuscita a fare con lo stesso sapore. Sarà il ricordo saranno gli ingredienti ma….. Non mai sono riuscita a farli come Lei!

    1. Che bei ricordi, Lina! Io sono sempre più convinto che custodirli nel cuore ci aiuta a vivere meglio la vita di tutti i giorni a dispetto di coloro che dicono che bisogna guardare avanti. Sono invece un bene prezioso da raccontare agli altri perché fanno parte di noi. Grazie 🥰

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