La ricetta
Nel nostro paese la ricetta del gateau di patate (in italiano torta di patate) appartiene alla tradizione culinaria napoletana anche se le sue origini risalgono a quella francese. Si narra che intorno alla fine del settecento, nel Regno delle due Sicilie, la moglie del Re Ferdinando I di Borbone avesse un debole per la cucina francese tanto da avere al suo cospetto una schiera di cuochi provenienti da questo paese. Tra i piatti che più incontravano il gusto raffinato della regina c’era il gateau di patate la cui ricetta, una volta nelle mani del popolo, fu rivisitata con l’utilizzo di ingredienti nostrani come la mozzarella. Dapprima furono le monache del Monastero di Santa Chiara di Napoli che ne italianizzarono il nome in gattò poi, quando la ricetta si diffuse in tutto il Regno delle due Sicilie, nel capoluogo dell’isola venne ribattezzato con il nome di grattò.
Nel nostro paese la ricetta del gateau di patate (in italiano torta di patate) appartiene alla tradizione culinaria napoletana anche se le sue origini risalgono a quella francese. Si narra che intorno alla fine del settecento, nel Regno delle due Sicilie, la moglie del Re Ferdinando I di Borbone avesse un debole per la cucina francese tanto da avere al suo cospetto una schiera di cuochi provenienti da questo paese. Tra i piatti che più incontravano il gusto raffinato della regina c’era il gateau di patate la cui ricetta, una volta nelle mani del popolo, fu rivisitata con l’utilizzo di ingredienti nostrani come la mozzarella. Dapprima furono le monache del Monastero di Santa Chiara di Napoli che ne italianizzarono il nome in gattò poi, quando la ricetta si diffuse in tutto il Regno delle due Sicilie, nel capoluogo dell’isola venne ribattezzato con il nome di grattò.
Credo che la bontà di questo piatto non abbia bisogno di grosse spiegazioni vista la propria fama diffusa in tutta Italia, anche se con alcune piccole variazioni in base alla regione di preparazione. Mia mamma lo cucinava spesso, ed io amavo mangiarlo freddo, anche di frigorifero, quando da giovane universitario rientrando a casa dalle serate con gli amici mi imbattevo in questa meraviglia. Le patate acquisivano una consistenza soda che unita alla mozzarella non troppo morbida mi facevano toccare il cielo con un dito. Poi con la “bobbia bedda china”, così mio padre indicava la pancia quando era piena di cibo, andavo a dormire tranquillo e beato. 😁
L’indomani era la solita cazziata:
– Buongiorno mammina, non mi hai preparato il caffè questa mattina? La caffettiera è vuota!
– A che ora sei tornato ieri sera?
– Ma scusa, cosa c’entra con il caffè!
– Se ti faccio la domanda vuol dire che c’entra!
– Boh, va beh, se lo dici tu. Sono tornato alle due, perché?
– Ecco, e ti sembra l’orario di alzarti, questo?
– Perché, che ore sono?
In realtà sapevo bene che bastava girare la testa e alzarla leggermente per conoscere l’orario grazie all’orologio collocato sopra la porta della cucina.
– Guarda tu stesso che ore sono!
– Sono le 12.00 ma non ho capito ancora cosa c’entri con il caffè.
– Ti sembra che le 12.00 siano un orario per fare colazione?
– Mamma ma io ho fame e vorrei un caffè con i biscotti.
– Beh, considerando che è quasi l’ora di mangiare direi che la colazione puoi farla domani mattina. Considerando anche che ieri notte hai mangiato tutto il gateau, oggi stai a digiuno!
– Mamma ma smettila di dire fesserie, non scherzare!
– Io non scherzo e soprattutto devi imparare ad alzarti prima al mattino, sia perché devi studiare, sia perché perdi un mucchio di tempo e se non ti spicci a laurearti sarò costretta a prendere dei seri provvedimenti. Quindi da ora in poi, primo non ti passerò più le telefonate dei tuoi amici e secondo se ti alzerai ancora così tardi non ti preparerò più il pranzo…
E così andava avanti per un po’ con le sue lamentele e con l’intento di trovare la modalità più persuasiva per convincermi a studiare e a non perdere del tempo! Bastava però che io andassi da lei e le dicessi:
– Sei ancora arrabbiata?
– Tu che dici?
– Secondo me no! Mi abbracci?
– Ti abbraccio…
Così ci abbracciavamo in maniera buffa visto che io sono sono alto quasi due metri e lei talmente tanto piccola da arrivarmi all’ombelico 😂 E dopo un bacio e una risata, tutto passava… almeno fino alla successiva uscita con gli amici ed allo svuotamento del frigorifero. 😆
Difficoltà
Media
Dosi Per
4 Persone
Preparazione
1,30 Ore
Cottura
40 Minuti
Lista ingredienti
1,5 kg. di patate
200 gr. di prosciutto cotto
250 gr. di mozzarella
100 gr. di caciocavallo grattugiato
2 uova (due se le patate sono nuove)
Noce moscata q.b.
Pangrattato q.b.
Sale q.b.
Olio extra vergine di oliva
Procedimento
1
Laviamo bene le patate, riempiamo una grande pentola con dell’acqua, aggiungiamo il sale e portiamo ad ebollizione. Mettiamo dentro le patate con la buccia e facciamole cuocere senza farle diventare molli.
2
Una volta cotte scoliamole dall’acqua e, non appena tiepide, togliamo la buccia, schiacciamole con una forchetta oppure con uno schiaccia patate. Non appena si sarà raffreddato, aggiungiamo il sale, un po’ di noce moscata, il formaggio grattugiato, le uova e con l’aiuto di un cucchiaio amalgamiamo per bene tutti gli ingredienti.
3
Mettiamo dell’olio dentro ad una pirofila con dei bordi alti distribuendolo lungo tutta la superficie comprese le pareti laterali. Spolveriamo abbondante pan grattato e dopo avervi versato metà del composto livelliamolo.
4
Aggiungiamo il prosciutto cotto, la mozzarella ben sgocciolata tagliata a fettine e ricopriamo con la restante parte del composto.
5
Spolveriamo abbondante pangrattato anche sulla superficie, irroriamo con un filo d’olio e distribuiamo sopra dei fiocchetti di burro (facoltativo). Infornare in forno statico preriscaldato a 180° per circa 40 minuti e comunque fino a quando si sarà formata una crosticina dorata. Servire tiepido.
Utile da sapere!
In sostituzione del caciocavallo grattugiato potremo utilizzare del parmigiano grattugiato che renderà il piatto dal sapore più delicato. Il gateau di patate è più buono se preparato il giorno prima.