La ricetta

La peperonata con le patate in agrodolce è una buonissima ricetta siciliana sempre presente nelle tavole estive dell’isola. Che la si consumi come antipasto oppure come contorno, il profumo che si sprigiona durante la sua preparazione rallegrerà i palati di tutti i commensali rendendo la cena ancora più festosa. Se consumata dopo averla fatta riposare in frigorifero, come del resto succede con tutte le preparazioni che contengono l’aceto, si otterrà un risultato ancora più sorprendente. L’agrodolce in questo caso sarà molto delicato grazie ad un utilizzo misurato dell’aceto che esalterà i sapori non coprendoli.

Potremo preparare questo piatto della tradizione popolare siciliana friggendo le patate e i peperoni oppure in alternativa facendoli cuocere in umido con un po’ d’acqua. In ogni caso è d’obbligo consumarla con tanto buon pane.

Essendo la Cucina di Tricchi Trocchi un blog di racconti e di ricette, prima di vedere come si prepara la peperonata con le patate in agrodolce vorrei raccontarti una storia – in questo caso clicca sul tasto “continua a leggere” per saperne di più – se invece vuoi passare direttamente alla sua preparazione, scorri più in basso per andare alla lista degli ingredienti.

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Chissà come sarà rivederla dopo tanti anni, pensò mentre si allacciava le stringhe delle scarpe. Eravamo solamente due bambini quando in estate trascorrevamo tutto quel tempo insieme.

Luca ogni anno dopo la scuola andava in Sicilia a trovare i nonni. La mamma e il papà lavoravano in una multinazionale con sede a Milano e così lui, libero da ogni impegno, li precedeva insieme a Matilde. Salivano su quell’enorme aereo bianco con la bandiera dell’Italia e dopo essere stati accompagnati dagli assistenti di volo nei loro posti a sedere, si sistemavano in maniera composta tirando fuori quaderni e matite colorate. In realtà era Matilde che amava disegnare e Luca, per non farle pensare al volo, la invogliava a giocare.

Prima del decollo le stringeva la mano, le chiedeva di chiudere gli occhi e di immaginare di essere sull’altalena del parco dove tutte le domeniche andavano a giocare insieme a papà Giorgio. Una volta che l’aereo iniziava a prendere quota fantasticavano di fluttuare come fanno gli aquiloni quando il vento li fa volare fin quasi sopra le nuvole. La paura lasciava così spazio alla spensieratezza e sul viso di Matilde si disegnava un sorriso. Quello era l’unico modo che Luca conosceva per non farla piangere. Aveva promesso al papà che si sarebbe preso cura di lei. Luca all’epoca aveva solamente undici anni.

Una volta arrivati a destinazione ad aspettarli in aeroporto c’erano nonna Teresa e nonno Carmelo. Era dallo scorso Natale che non si vedevano e la voglia di riabbracciarli era davvero tanta. Certo, si sentivano tutte le settimane al telefono ma non era la stessa cosa rispetto a trascorrere del tempo insieme. La nonna era una brava casalinga ed anche un’ottima cuoca, il nonno un maresciallo dei carabinieri. Che bello rivederli, pensò Luca, soprattutto perché avrebbe trascorso l’estate insieme. I nonni avevano una piccola villetta a ridosso della spiaggia e una volta aperto il cancello il primo piede lo poggiavano proprio sulla sabbia calda e dorata. L’altro cancello si trovava nella parte opposta della casa e dava sulla strada.

Tra i vicini e gli amici di sempre c’era anche lei, una timida bambina che tutti chiamavano Giudy. In realtà il suo nome era Giuditta, ma considerando che il suo nome era un po’ troppo lungo e poco adatto alla sua età, sin da piccola la mamma aveva deciso di chiamarla così. Giudy abitava da sempre in Sicilia e tutti gli anni attendeva con ansia che quel ragazzo del nord tornasse dai nonni per poterlo rivedere. Non gli aveva mai confessato quanto gli piacesse anche perché la distanza non deponeva in suo favore. Ogni volta era uno strazio quando arrivava il momento della partenza. Aveva giurato a sé stessa che un giorno, da adulta, si sarebbe trasferita anche lei, per potergli stare vicino. E se lui non avesse voluto saperne di lei? Si ripeteva spesso… Del resto quando si vedevano in gruppo lui preferiva giocare con le macchine telecomandate o con gli aquiloni costruiti con materiali da riciclo. Ma del resto si sa, i maschietti fanno un po’ più fatica a crescere.

Il profumo del gelsomino inebriava l’aria di quella calda estate siciliana, il bouganville incorniciava il pergolato della graziosa casa dei nonni e mille fiori colorati ricordavano che quello era davvero un paradiso. Le risate complici degli adulti ed il canto delle cicale accompagnavano le serate in allegria fatte di giochi e di spensieratezza. I bambini a volte giocavano a nascondino, altre a palla prigioniera ed altre ancora con birilli e racchettoni. Matilde si esibiva recitando le poesie mentre Luca, intento a godersi quella vita, si convinceva che non c’era posto più bello in cui vivere.

Al momento della cena la lunga tavolata in legno apparecchiata con la cerata a scacchi bianca e rossa diventava il ritrovo dei vicini in cui ognuno adagiava sopra ciò che aveva cucinato. La nonna, da sempre indaffarata in cucina, aveva preparato tante portate fatte con i prodotti dell’orto e dopo l’applauso dei commensali tutti resero omaggio a quelle prelibatezze.

Ad un tratto Luca, distratto dal videogioco che lo accompagnava anche in bagno, diede una gomitata al cucchiaio posto dentro al tegame rovesciando la peperonata con le patate sul vestito di Giuditta. Che macello che ho combinato, pensò lui! Sono proprio un imbranato. Gli occhi di Giuditta si inumidirono di vergogna per paura che lo avesse fatto apposta e scoppiò in un pianto incontrollato. Era l’estate del 2011, l’ultimo anno in cui Luca l’avrebbe vista bambina.

Sarà che a volte i sogni degli innocenti si avverano, sarò per le incessanti preghiere, sta di fatto che a seguito del trasferimento del papà a Mantova, Giuditta dovette traslocare con tutta la famiglia. Lui era un insegnante precario e dunque, anche se distante dalla sua Sicilia, quella cattedra era una benedizione. Giuditta anche questa volta non aveva fatto i conti con la distanza. Mantova e Milano non erano sicuramente vicini e fu così che i due si persero di vista.

Luca e Matilde trascorsero ancora tante altre estati spensierate in Sicilia e tutte le volte che i due bambini tornavano a trovare i nonni, riscoprivano la bellezza di un’antica isola che accoglie come una mamma con i suoi piccoli. I quaderni colorati di Matilde avevano lasciato il posto ai libri del ginnasio e il videogioco di Luca era stato soppiantato dal cellulare con cui si divertiva a girare video. Lui era uno Youtuber e grazie ad uno di queste stories ricevette presto una richiesta d’amicizia su Facebook.

–          Hei come te la passi? Sei cresciuto da allora!

–          Ciao! Grazie, ma chi sei, replicò Luca su messenger.

–          Come chi sono, non mi riconosci?

Luca ci pensò un po’ ma non conosceva nessuna con quel nome e soprattutto di quella rara bellezza. Una così me la ricorderei sicuramente! Sarà un fake pensò tra sé e sé! Qualcuno si sarà divertito a rubare delle foto in rete e adesso vuole farmi uno scherzo…

–          Giochi sempre ai videogiochi? Disse lei! E gli aquiloni li fai ancora volare talmente tanto in alto da non riuscire più a prenderli?

–          Perdonami, so che mi considererai un cretino, ma io non so chi sei!

–          Ne è passato di tempo, vero? Sono Giudy, quella a cui circa 11 anni versasti la cena addosso.

–          Oh cavolo, Giudy, ma sei davvero tu?

–          Certo, chi pensavi che fossi?

–          Perdonami ma non ricordavo ti chiamassi Giuditta. Ho visto il tuo profilo ma non riuscivo a ricondurlo a nessuna delle persone che conoscevo. E poi… E poi…

–          E poi cosa?

–          Sei cambiata un casino…

–          Ahahahhaha spero in meglio, però!!!

I due ragazzi continuarono a chattare raccontandosi di come avevano trascorso gli anni in cui non si erano visti, le loro passioni, i loro hobbies, i gruppi preferiti, la squadra del cuore, gli studi, i progetti. Lei voleva diventare una pediatra, lui un veterinario. Era come se si fossero lasciati ieri, come se tutto quel tempo non fosse passato, anzi come se fosse trascorso ma restando sempre vicini.

E così durante la calda estate del 2023 i due ragazzi si diedero appuntamento al mare…  Chissà che effetto mi farà rivederla, pensò Luca intento ad allacciarsi le stringhe delle sue scarpe bianche.

Era un pomeriggio assolato, uno di quelli in cui il caldo ti stringe dentro ad una morsa. Il mare era una grande tavola, il sole rifletteva ed infrangeva i suoi raggi dentro ad un’acqua azzurro cielo e i gabbiani volteggiavano emettendo i loro suoni. Luca era appoggiato al muretto della battigia e teneva stretto il telefono in mano quasi a volere scaricare tutta l’adrenalina. Ad un tratto vide arrivare una ragazza dai lunghi capelli lisci e neri, un fisico mozzafiato e una minigonna che lasciava poco spazio all’immaginazione. Appena lo sguardo di lei incrociò quello di lui un sorriso bianchissimo le illuminò il viso e con la mano gli fece un gesto di saluto.

Hei Giudy, sei davvero bellissima, pensò Luca! Dopo dei timidi convenevoli i due si sedettero al bar ed ordinarono due brioches con gelato e panna. Torrone e nocciola per lei, pistacchio e cocco per lui. Trascorsero tutto il pomeriggio a parlare come se il mondo non contasse più niente, come se tutto si fosse fermato intorno a loro. Non sentivano gli schiamazzi, la musica e il frastuono di quel luogo affollato. Arrivate le 20,00 Luca propose a Giudy di andare mangiare qualcosa insieme e le chiese dove volesse andare per cena. Lei rispose di portarla ovunque, ma ad una condizione, avrebbe voluto mangiare la peperonata con le patate in agrodolce. Voleva riniziare proprio da lì, da dove si erano lasciati…

E se mi farai cadere del cibo addosso? Gli disse lei…. Se lo farò, replicò Luca, ti abbraccerò e ti asciugherò le lacrime con le mie labbra, ma questa volta saranno lacrime di gioia.

E mentre la radio trasmetteva la canzone “Mi fiderò di Mengoni” (clicca qua per ascoltare la canzone) Luca e Giudy si scambiarono il loro primo bacio d’amore.

Difficoltà

Facile

Dosi Per

6 Persone

Preparazione

1 Ora

Cottura

20 Minuti

Lista ingredienti peperonata con le patate in agrodolce

1kg. di peperoni gialli, rossi e verdi

500 gr. di patate piccole

200 gr. di pomodori maturi

Una cipolla

Basilico

30 gr. di aceto di vino bianco

2 cucchiaini colmi di zucchero

sale q.b.

Olio extravergine d’oliva

Procedimento

1

Per prima cosa prepariamo le patate. Priviamole della buccia, tagliamole a fette dello spessore di circa 1 cm. e mezzo, poi ancora a metà. Immergiamole in un recipiente con dell’acqua fredda corrente e lasciamole in ammollo per circa mezz’ora.

2

Laviamo i pomodori, priviamoli della pelle, eliminiamo i semi e riduciamoli in piccoli cubetti. Una volta pronti tagliamo la cipolla, soffriggiamola, aggiungiamo i cubetti di pomodoro, un filo d’acqua, aggiustiamo di sale e cuociamo per circa cinque minuti. Una volta pronti mettiamoli da parte.

3

Eliminiamo il picciolo dai peperoni, dividiamoli a metà, priviamoli dei filamenti interni e dei semi e dopo averli lavati sotto l’acqua corrente tagliamoli prima a listarelle e dopo a metà. Appena pronti mettiamoli da parte.

4

In una padella versiamo dell’olio, lasciamolo scaldare e friggiamo al suo interno i peperoni coprendoli con un coperchio. A metà cottura aggiungiamo le patate e continuiamo a fare cuocere la peperonata questa volta senza coperchio. A cottura ultimata aggiungiamo anche il pomodoro e lasciamo amalgamare gli ingredienti per qualche minuto e poi spegniamo il fuoco. Volendo potremo aggiungere le patate precedentemente fritte per poi proseguire con l’aggiunta del pomodoro.

5

Adesso è il momento di preparare l’agrodolce. In un bicchiere versiamo l’aceto, lo zucchero, mescoliamoli e versiamoli sulla nostra peperonata. Accendiamo il fuoco, lasciamo insaporire per qualche secondo rigirando continuamente e poi spegniamo. Una volta che la nostra peperonata con le patate in agrodolce sarà fredda mettiamola in frigorifero dentro ad un contenitore con coperchio e lasciamola insaporire bene. Sarà più buona se consumata l‘indomani. A questo punto disponiamola su un piatto da portata e serviamola.

Utile da sapere!

Al posto di friggere i peperoni e le patate potremo cuocerli dentro ad un tegame con dell’acqua, poco olio e il pomodoro cotto nella cipolla. Copriamo con un coperchio e lasciamo cuocere a fuoco dolce.


Commenti (2)
  1. Bellissima ricetta, che farò in settimana friggendo i peperoni e le patate (se si deve fare un peccato preferisco farlo bene). Ti chiedo un consiglio dato che ho un ospite “speciale” e che vorrei preparare questo piatto insieme ad un secondo piatto…..ma cosa ci sta bene accanto? Apetto un tuo suggerimento da esperto e complice (gli uomini si conquistabno a tavola)
    Ciao, buona Domenica

    1. Ciao Maria, allora vuoi proprio fare come i due protagonisti del racconto che alla fine della storia si baciano!!!😊 Innanzitutto ti consiglio di preparare la peperonata il giorno prima: l’indomani sarà divina. La potresti accompagnare sicuramente ad un secondo di carne. Tra le tante ricette te ne propongo due: la prima è semplicissima ed è il tritato alla pizzaiola. Io dovrei rifarlo nei prossimi giorni per aggiornare le foto. Il sapore è davvero ottimo e lo prepari in pochissimo tempo. La seconda sono gli spiedini, anche questi li trovi nel blog. In entrambi i casi cercali utilizzando lo spazio della ricerca in alto a destra. Ah, dimenticavo, fammi sapere gli sviluppi!!!

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