La ricetta
La torta di compleanno per la mamma è una semplice torta con crema di ricotta che potremo preparare anche in mille altre occasioni. L’ho voluta realizzare come quella che abbiamo mangiato qualche anno fa e che in quel caso era stata acquistata in pasticceria.
Ho varie fotografie di mia mamma che sorride davanti a questa bella torta e così l’ho voluta replicare cercando di ricordare a memoria come fosse fatta negli ingredienti.
Comprare una torta in pasticceria può essere molto costoso, soprattutto se abbiamo tanti invitati. Prepararla in casa avrà non solo il vantaggio di farci risparmiare, ma anche di permetterci di offrire ai nostri ospiti qualcosa fatta con le nostre mani. Non è per niente difficile da fare e ci regalerà tante soddisfazioni.
Essendo la Cucina di Tricchi Trocchi un blog di racconti e di ricette, prima di vedere come si prepara la torta di compleanno per la mamma vorrei raccontarti una storia – in questo caso clicca sul tasto “continua a leggere” per saperne di più – se invece vuoi passare direttamente alla sua preparazione, scorri più in basso per andare alla lista degli ingredienti.
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Si conobbero per caso in un giorno di maggio, quel giorno in cui l’aria fresca e profumata di gelsomino preannunciava l’arrivo della bella stagione. I loro sguardi si incrociarono all’unisono in un turbinio di intense emozioni ed i loro pensieri, ricchi di imbarazzo ma anche di curiosità per l’incontro inaspettato, lasciarono presto il posto alla razionalità. Nessuno dei due ebbe il coraggio di rivolgere all’altro la parola e dopo un saluto fugale ed un accennato sorriso, ripresero entrambi la propria strada.
– Ma chi è, disse lui, come si chiama?
– Gianni, fratello mio, rispose Franco, lei è Ina, la sorella della mia Rosa, la donna che amo e che un giorno sposerò.
– Davvero è sua sorella? Ed io lo scopro così? Devo assolutamente conoscerla meglio, aspetta, fammi pensare… perché non organizziamo un incontro, magari una passeggiata per un gelato oppure andiamo al cinema? Ecco, sì il cinema sarebbe davvero una buona idea. Potremmo andare a vedere un film romantico! Cosa ne pensi?
– Beh, si potrebbe fare, replicò Franco, ma bisogna organizzare le cose per bene poiché suo padre è molto geloso e non permetterebbe mai che le figlie uscissero da sole se non accompagnate dalla madre. La signora Teresa è una donna molto buona e disponibile ma è anche la moglie di un uomo che, lavorando al genio civile, ha fatto della vita militare un principio su cui fondare l’educazione delle proprie figlie e con cui il mondo intero deve fare i conti.
Pensa che hanno vissuto due anni a Torino perché il Sig. Carmelo è stato trasferito lì per lavoro. Sono però tornati presto perché aveva nostalgia di Palermo. I figli non sono riusciti a dissuaderlo e così hanno subito quella scelta senza possibilità di replica.
– Due anni, disse Gianni? Ma sono tantissimi! Effettivamente quando parlavano tra loro mi è sembrato di sentire qualche parola straniera!
– Ahahaahahaah, scoppiò a ridere Franco. Ho capito a cosa ti riferisci. Devi sapere che le tre sorelle, tutte le volte che devono asserire o confermare qualcosa dicono “Oh, già”, che è equivale a dire hai ragione, oppure sì è vero! Torino gli è rimasta nel cuore tanto che ne parlano in continuazione.
– E meno male che sono tornate, fratello mio, rispose Gianni, altrimenti tu non avresti conosciuto la tua Rosa ed io non avrei incontrato questo angelo.
– Gianni, ma lo sai che Ina ha rischiato di sposarsi? Proprio a Torino conobbe un uomo benestante che si innamorò di lei. Quando si sentì rifiutato minacciò di togliersi la vita per amore di quella donna che non ricambiava le sue attenzioni.
– Davvero, rispose Gianni, e poi cosa successe?
– Lei gli rispose con determinazione che avrebbe potuto anche ammazzarsi perché non tollerava che un uomo di quella levatura volesse fare breccia nel suo cuore con dei meschini ricatti.
– Gianni interruppe di parlare per un istante, guardò suo fratello diritto negli occhi e con fare risoluto ed ottimista disse: sarà mia!
Mamma era una donna molto bella ed aveva 24 anni quando conobbe mio padre. Carnagione chiara, occhi scuri, capelli nero corvino, sorriso smagliante e un’eleganza non comune facevano di Ina una ragazza che non passava inosservata. Quella bellezza era resa ancora più travolgente da un temperamento mite, riflessivo e disponibile. Mio padre, uomo affascinante e di sette anni più grande di lei, non poté fare altro che rimanere incantato da colei che, con un solo sguardo, era riuscita a lasciargli un segno profondo nel suo cuore.
Fu così che presto iniziarono a frequentarsi per conoscersi meglio e grazie alla complicità di nonna Teresa, andavano al cinema, a fare delle lunghe passeggiate oppure semplicemente a mangiare un gelato. Era del tutto singolare che due fratelli frequentassero contemporaneamente due sorelle. Ben presto, però, quell’idillio fu interrotto da una separazione improvvisa che gettò Ina nello conforto.
A causa della possessività di mia nonna paterna che considerava i figli una proprietà su cui arrogarsi il diritto di decidere, mia madre fu costretta a lasciare il suo principe.
Trascorsero quattro anni senza che i due si parlassero, ma l’amore si sa, quando decide di bussare alla porta trova sempre la chiave per aprire i cuori.
Fu così che nonostante i tentativi miseramente falliti della suocera di intralciare il matrimonio, Ina e Gianni si unirono in un legame indissolubile il primo giugno di qualche anno dopo, un giorno in cui il cielo benedisse il legame tra quelle due anime…
Si amarono per tantissimi anni, tanto che mio padre, in più occasioni, non mancava mai di dirle che fino a quando ci sarebbe stato lui “idda un s’avia a preoccupari” (lei non si sarebbe dovuta preoccupare di nulla).
Da questo legame inscindibile dopo due anni nacque mia sorella Roberta e dopo 5 anche io, in un assolato pomeriggio di Pasqua.
Ho sempre ammirato mia madre, lei donna forte e coraggiosa ha sostenuto la sua famiglia in ogni momento facendo da spalla a mio padre che si lasciava guidare come un capitano con la sua nave. Lei la mente, lui le braccia forti e capaci di realizzare i loro progetti in una sintonia di complicità e armonia.
Lei mi ha insegnato che la famiglia è il luogo più sicuro in cui rifugiarsi, che bisogna avere pazienza nell’affrontare la vita, che non occorre avere fretta ma aspettare che i tempi siano maturi: le sue frasi più ricorrenti erano che Roma non è stata costruita in un giorno e che il Signore non è un postino, nel senso che le cose non arrivano quando noi vogliamo. Che bisogna impegnarsi per costruire il futuro, che non si deve alimentare l’odio e l’intolleranza, che piangere non è prerogativa dei deboli e che il prossimo va trattato con un rispetto e dignità.
Da bambino mi diceva che se avessi avuto qualcosa da donare altri avrei dovuto dare la più bella. Io mi arrabbiavo perché non capivo, ma crescendo ho compreso che era un modo per istillare in me un senso di rispetto verso il prossimo.
Mi ha anche insegnato che nella vita occorre lasciare “ciavuru” (profumo), nel senso che le nostre azioni devono essere tese a dare il meglio di noi, lacciando un buon ricordo negli altri. Mi ha anche insegnato che il saluto è degli angeli, perché è buona educazione salutare tutti, anche coloro che ci voltano le spalle o che ci mostrano indifferenza.
Ed oggi che è l’otto dicembre voglio festeggiare colei che ha rappresentato molto nella mia vita. E anche se dopo tanti anni non potrò esserle vicina, questa torta vuole rappresentare l’espressione del mio amore. Grazie per essere stata mia madre e grazie per avermi insegnato ad essere ciò che sono.
Che queste mie parole raggiungano il tuo cuore ovunque tu sia, nella speranza che possano ricambiare quell’amore incondizionato che mi hai sempre donato a partire dal giorno in cui mi hai messo al mondo. Auguri, Mamma, auguri, angelo mio! E’ bello festeggiarti ancora… Oh, già!
Difficoltà
Media
Dosi Per
12 Persone
Preparazione
2 Ore
Cottura
30 Minuti
Lista ingredienti per crema di ricotta
1.4 Kg. di ricotta di pecora fresca
420 gr. circa di zucchero semolato
Gocce di cioccolato q.b.
Lista ingredienti pan di spagna
180 gr. di farina 00
180 gr. di zucchero
6 uova a temperatura amb. a pasta gialla
Una bustina di vanillina
Un pizzico di sale
Burro q.b.
ingredienti per la bagna
Liquore al mandarino q.b.
Zucchero q.b.
Acqua q.b.
Lista ingredienti per la decorazione
160 gr. di granella di pistacchio
Scorza di arance candite in quarti
Una ciliegia candita
Procedimento
1
Innanzitutto prepariamo la crema di ricotta. Il giorno precedente facciamo scolare la ricotta dentro ad uno scolapasta alla cui base avremo posizionato un piatto. Copriamo con della pellicola trasparente e conserviamola in frigorifero per tutta la notte. L’indomani aggiungiamo lo zucchero e dopo averlo mescolato passiamolo al setaccio ottenendo una crema non troppo raffinata. In alternativa potremo utilizzare una planetaria con l’apposito gancio per montare. Appena pronta mettiamola da parte e conserviamola in frigorifero dentro ad un contenitore di vetro dotato di coperchio.
2
L’indomani dedichiamoci al pan di spagna. In una planetaria versiamo le uova a temperatura ambiente, lo zucchero, la vanillina, un pizzico di sale e azioniamola ad alta velocità utilizzando il gancio per montare. Su alcune planetarie probabilmente occorrerà impostarle la massima potenza. Ci vorranno dai 10 ai 20 minuti (dipende dalla potenza dell’impastatrice) prima di ottenere un composto ben sodo e dalla consistenza della panna montata.
3
Aggiungiamo la farina setacciata poco per volta e mescoliamo delicatamente con una spatola e con dei movimenti dall’alto verso il basso per non smontare il composto. Continuiamo fino a quando non la avremo inglobata tutta. Questi passaggi sono i più delicati perché se inseriamo troppa farina tutta insieme si rischia di creare delle bolle d’aria e se mescoliamo in modo non adeguato si rischia di smontare il composto. Imburriamo una tortiera, spolveriamo della farina e versiamo il composto facendo attenzione a non livellarlo per non smontarlo. Potremo invece muovere la teglia delicatamente da destra verso sinistra.
4
Inforniamo in forno statico preriscaldato a 180° e facciamo cuocere 30 minuti circa. I tempi di cottura dipenderanno dal tipo di forno e per verificare la cottura facciamo la prova stecchino ma non prima di 25 minuti per evitare che il pan di spagna si sgonfi. Aspettiamo cinque minuti prima di tirarlo fuori. Appena freddo tagliamolo in due parti con un coltello oppure con l’apposito filo ed eliminiamo la parte superiore.
5
Prepariamo la bagna. Per ogni bicchiere d’acqua utilizziamo un bicchierino di liquore e un cucchiaio di zucchero. In un tegamino versiamo l’acqua e sciogliamo lo zucchero a fuoco basso mescolando di continuo. Una volta fredda aggiungiamo il liquore. Bagnamo la base del pan di spagna insistendo maggiormente sui bordi in quanto più secchi e stendiamo una parte della crema alla ricotta a cui aggiungeremo le gocce di cioccolato nella quantità desiderata. La rimanente crema la terremo da parte. Bagnamo anche il secondo disco che una volta inumidito gireremo e posizionando la parte umida a contatto con la crema precedentemente spalmata. Adesso prendiamo la crema di ricotta avanzata (quella senza cioccolato), setacciamola ancora un paio di volte per renderla più liscia e lucida e stendiamola su tutta la superficie, compresi i bordi.
6
Attacchiamo sui bordi la granella di pistacchio, posizioniamo una ciliegia candita sulla superficie, creiamo le foglie intagliando i quarti di arancia candita con un coltello e infine sciogliamo a bagnomaria il cioccolato fondente. Una volta liquido lasciamolo intiepidire un po’ e creiamo una scritta sulla torta con il cioccolato grazie all’utilizzo di una piccola sac à poche realizzata con della carta forno.
Utile da sapere!
Se decidiamo di preparare il pan di spagna per realizzare la torta di compleanno per la mamma il giorno prima, una volta raffreddato, mettiamolo su un vassoio ed inseriamolo dentro ad una vecchia federa. Riponiamo dentro ad un luogo chiuso come ad esempio un armadio. Questo eviterà che si secchi.
Buona! Spero di farla la prossima settimana.
Sono contento!!! Non è difficile da fare, ci vuole solamente un po’ di tempo e pazienza.