La ricetta
Prodotte con metodo artigianale, genuine e molto buone, le caramelle alla carruba sono una specialità tutta siciliana preparate senza l’ausilio di conservanti e coloranti.
Da sempre utilizzate per combattere il mal di gola tanto da essere vendute anche in farmacia, le caramelle alla carruba sono un ottimo spezza fame da assaporare durante tutta la giornata. Si dice che le carrube siano anche un buon sostituto del cacao, ricche di fibre e povera di grassi, e che come il cacao siano una fonte di antiossidanti senza però la presenza della caffeina.
Qualcuno dice che fare il caramellaio sia uno dei mestieri più belli del mondo perché con la sua maestria regala dolcezza e allegria. E considerando che preparare le caramelle alla carruba è davvero un gioco da ragazzi, mettiamoci al lavoro e creiamo insieme una specialità che farà sicuramente piacere a grandi e piccini.
Ricordandoti che la Cucina di Tricchi Trocchi è un blog dove potrai trovare tante ricette e altrettanti racconti, prima di vedere come si preparano le caramelle alla carruba ti invito a seguirmi su Facebook (clicca qua) ed anche su Instagram (clicca qua). Così facendo, oltre a non perderti nessuna delle pubblicazioni, sosterrai la mia passione.
Possiamo aromatizzare le caramelle alla carruba aggiungendo del succo di limone o del miele durante la fase della seconda bollitura (vedasi step N. 2). In questo caso non aggiungiamo il glucosio.
Difficoltà
Facile
Dosi Per
160 gr. circa
Preparazione
45 Minuti
Cottura
30 Minuti circa
Lista ingredienti caramelle alla carruba
500 gr. di carrube (circa 20)
1 litro d’acqua
2 cucchiai di glucosio liquido
Zucchero semolato q.b.
Procedimento
1
Laviamo le carrube sotto l’acqua corrente eliminando eventuali tracce di terra, tagliamole a pezzetti e poniamole dentro ad una pentola. Versiamo tutta l’acqua, copriamo con un coperchio e cuociamo a fuoco medio per 25/30 minuti. Otterremo circa 220/250 gr. di liquido alla carruba.
2
Filtriamo il liquido di cottura con un colino a maglie strette, trasferiamolo in un tegame più piccolo, accendiamo il fuoco e facciamolo bollire senza coperchio fino a quando il quantitativo non si sarà ridotto di circa la metà. Noteremo che il liquido diventerà più concentrato. Spegniamo il fuoco e mettiamolo da parte.
3
In un tegame antiaderente versiamo un quantitativo di zucchero pari al peso del liquido alla carruba, poniamo sul fornello piccolo e con l’aiuto di una spatola in gomma facciamolo sciogliere mescolando di continuo pulendo bene anche i bordi. Lo zucchero dapprima diventerà grumoso e poi, piano piano, si scioglierà.
4
Appena lo zucchero si sarà sciolto e apparirà viscoso aggiungiamo il liquido alla carruba che avremo nel frattempo riscaldato. Successivamente inseriamo anche il glucosio e continuiamo a mescolare. Il liquido diventerà schiumoso e occorrerà girarlo velocemente per circa 20 minuti e comunque fino a quando apparirà denso. Sarà pronto se fatta cadere qualche goccia dentro a un bicchiere con dell’acqua si solidificherà immediatamente.
5
Versiamo il liquido dentro agli stampini in silicone per caramelle e lasciamolo raffreddare. In alternativa stendiamolo dentro ad una teglia in alluminio coperta con carta forno cosparsa di olio. Prima che si solidifichi del tutto tagliamo le caramelle a quadrotti con un coltello anch’esso oleato.
6
Le caramelle alla carruba sono pronte. Le potremo incartare in della carta forno e poi conservare in un luogo fresco e asciutto come ad esempio una scatola di latta. Le caramelle alla carruba possono essere gustate in tutta la loro bontà.
Utile da sapere!
Chi sono
Ciao a tutti, mi presento! Il mio nome è Patrizio, sono nato in Sicilia, Palermo, ed ho una grande passione per i fornelli. Tricchi Trocchi è il nomignolo affettuoso che mi ha dato mio padre quando sono nato. Non ho mai saputo cosa volesse significare né tantomeno perché lo avesse scelto, ciò che so di certo è che lui si divertiva tanto nell’appellarmi in questo modo ed amava farlo anche davanti a parenti e amici. Nonostante siano ormai trascorsi diversi anni, questo nome mi è rimasto attaccato addosso tanto che ancora oggi qualcuno mi chiama scherzosamente così. Perché ho aperto questo Blog? […]
