La ricetta
Fondata dai Fenici, occupata nel tempo da Greci, Romani, Arabi, Normanni, Spagnoli Palermo porta con sé l’eredità di tutte queste dominazioni. Felicemente posta al centro del Mediterraneo la città è da sempre posta come ponte tra oriente e occidente, Europa ed Africa. Le dominazioni hanno qui lasciato le loro eredità monumentali, gastronomiche, culturali.
Panormus, tutto porto, come la chiamavano i Romani, per specificare le caratteristiche del territorio. Una città che si affaccia sul mare e che dal mare ha tratto tanti benefici, dal commercio dei limoni all’ospitalità dei suoi abitanti.
Chi ha visto una volta il cielo di Palermo non potrà mai più dimenticarlo.
(Johann Wolfgang von Goethe)
Fondata dai Fenici, occupata nel tempo da Greci, Romani, Arabi, Normanni, Spagnoli Palermo porta con sé l’eredità di tutte queste dominazioni. Felicemente posizionata al centro del Mediterraneo la città è da sempre posta come ponte tra oriente e occidente, Europa ed Africa. Le dominazioni hanno qui lasciato le loro eredità monumentali, gastronomiche, culturali.
Panormus, tutto porto, come la chiamavano i Romani, per specificare le caratteristiche del territorio. Una città che si affaccia sul mare e che dal mare ha tratto tanti benefici, dal commercio dei limoni all’ospitalità dei suoi abitanti.
Perché visitare la quinta città d’Italia? Perché a Palermo la vacanza è un viaggio, si possono visitare monumenti, musei, mangiare bene a costi contenuti, andare al mare in città (Mondello), conoscere la gente e le sue tradizioni. L’allargarsi della platea “forestiera” e la fruibilità di quartieri del centro storico, che fino alla fine degli anni ’90 erano OFF LIMITS, ha moltiplicato le attività legate alla ristorazione, da quella raffinata a quella da strada. Tra il dolce e il salato c’è solo l’imbarazzo della scelta: il cannolo rigorosamente ripieno di ricotta di pecora, la cassata, la frutta martorana, i buccellati, il gelo di melone, i biscotti con la pasta di mandorle, le sfince di San Giuseppe per il dolce, arancine, pane e panelle, pane con la milza, stigghiola, sfincione per lo street food, caponata, pasta con le sarde, anelletti al forno, involtini di carne e pesce, cotolette alla palermitana (panate senza uovo) tra i piatti da trattoria/ristorante.
Il mercato di Ballarò – venditore di polpo
Il mercato di Ballarò – venditore di sfincione
La cucina palermitana è una cucina povera ma lavorata che è nata dal popolo ma che con il tempo ha trovato la sua dignità sulle tavole di tutto il mondo, complice l’ampio numero di emigrati che dall’inizio del ventesimo secolo hanno invaso i cinque continenti, attratti dalla speranza di un futuro migliore o richiamati da un parente lontana. “Cu niesci, arriniesci”, chi lascia la città si realizza nella vita, così potremmo tradurre questo vecchio detto popolare. E tante volte sono proprio questi “arrinisciuti” diretti o di seconda generazione che ritornano ad investire nella loro terra natia. Essendo nata dal basso, la cucina e la ristorazione palermitana in generale doveva avere la caratteristica di essere copiosa, l’avventore medio si doveva alzare dal tavolo sazio; questa caratteristica permane ancora adesso ma visti i nuovi arrivi dai palati più variegati nell’ultimo trentennio sono nati menu che prediligono la qualità alla quantità con tante variazioni sul tema che però portano sempre dietro la tradizione, soprattutto perché legati agli ingredienti locali, della terra e del mare.
Santa Rosalia – Santuario
Santa Rosalia – Statua
Il capoluogo siciliano è patrimonio Unesco dal 2015 all’interno del percorso arabo normanno insieme a Cefalù e Monreale (cittadine in provincia che meritano una visita per la loro cattedrale), prima città d’Italia e quinta città al mondo per lo street food ma soprattutto per il “passaparola”. Chiunque va a Palermo, consiglia il soggiorno ad amici e parenti e porta a casa chili di troppo.
La città ha aumentato del 30% le presenze turistiche nel triennio 2016-2019 e quasi raddoppiate le strutture extra alberghiere. Molte abitazioni all’interno del centro storico sono state ristrutturate e offrono la possibilità ai turisti di vivere un’esperienza unica nel cuore della città.
Complice l’instabilità politica del Nord Africa, Palermo negli ultimi 10 anni ha ricevuto nel 2019 oltre 150 navi crocieristiche e quasi 600.000 visitatori. La città risulta interessante per l’offerta di escursioni a terra e la prossimità dei siti, visitabili nei tempi tecnici dello scalo.
L’assenza di grandi terremoti nei secoli, ha preservato quasi l’intero patrimonio monumentale costruito nel tempo. Manifestazioni come “le vie dei tesori” rendono disponibili punti di interesse di solito chiusi per mancanza di personale.
Ci vediamo a Palermo
Marco Placente – Milano
Un terrone emigrato al nord con uno sguardo rivolto verso sud