La ricetta

Facilissimi da preparare e buonissimi da gustare, i carciofi alla brace, chiamati in dialetto cacuocciuli arrustuti, sono uno squisito antipasto o contorno da mangiare durante qualunque ricorrenza, anche in occasione di una scampagnata primaverile.

Se non abbiamo a disposizione un barbecue sarà possibile optare per uno di quelli portatili, così come ho fatto io, oppure in alternativa potremo scegliere una cottura in forno come illustrato nell’ultima sezione di questa pagina.

Essendo la Cucina di Tricchi Trocchi un blog di racconti e di ricette, prima di vedere come si preparani  i carciofi alla brace vorrei raccontarti una storia – in questo caso clicca sul tasto “continua a leggere” per saperne di più – se invece vuoi passare direttamente alla loro preparazione, scorri più in basso per andare alla lista degli ingredienti.

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Sentite anche voi nell’aria profumo di pasquetta, venticinque aprile e primo maggio?

In Sicilia sono questi gli immancabili appuntamenti con le scampagnate primaverili che in realtà, a dispetto del nome, vengono organizzate con tanto di dettagli stile matrimonio e i cui pranzi hanno ben poco di frugale.

Sarà per spezzare la monotonia della settimana oppure per dedicarsi a pensieri più futili, ma ogni siciliano che si rispetti, parecchi giorni prima se non addirittura mesi, si pone la fatidica domanda: cosa facciamo quest’anno?

E così tira fuori il telefono per comporre i numeri di amici e parenti con l’obiettivo di sondare il terreno. All’altro capo del filo, chi risponde, piuttosto che tagliare corto e demandare la chiacchierata ad un momento più consono della giornata, lascia ciò che stava facendo per occuparsi di questi futuri e alquanto scanzonati progetti.

Al giorno d’oggi vengono anche create apposite chat su WhatsApp i cui nomi inequivocabili sono il preludio di ciò di cui si parlerà. Tra quelli più fantasiosi e papabili possiamo ad esempio trovare: “Quelli della Pasquetta“, oppure “Venticinque aprile cornuto a chi non c’è“, oppure ancora “Primo maggio cu c’è c’è e c’un c’è”… (per la serie chi c’è, c’è e chi non c’è peggio per lui…), solo per citare i nomi che negli ultimi anni hanno fatto capolino sul mio cellulare.

Per non parlare delle immagini scelte per le chat che spaziano da una ruota di salsiccia, alla carne di crasto (maschio della pecora castrato), ai carciofi alla brace. Tutti cibi che rappresentano le preparazioni tipiche di questi eventi. Una volta arrivata la sera si è stati in grado di produrre almeno 100 messaggi, compresi quelli di coloro che ad ogni parola corrisponde un invio… che se li pagassero, questi messaggi, forse sarebbero più avari.

L’organizzazione inizia dalla scelta della location che per definizione corrisponde al villino di qualcuno. Solitamente si fa a turno ma poi, alla fine, si finisce con l’andare sempre in quello di chi non dice mai di no e che sia disposto ad assoldare un’impresa di pulizie quando, a fine giornata, c’è da pulire tutto il macello che si è stati capaci di creare. Brace sparsa ovunque, cibo finito anche sulle pareti, residui di gavettoni per lo più fatti con l’acqua. Qualcuno nella corsa di evitarseli si è anche rotto l’osso del collo.

Stabilito il luogo si pensa alla musica: casse in dolby surround, chitarre, cd, compilation fatte ad hoc. Insomma, qualunque supporto audio è ben gradito compresa la batteria di pentole da tirare fuori per riprodurre il palco della corrida.

Le femmine di casa pensano alla lista del cibo che per definizione deve essere abbondante stile scorta pre-pandemia. Gli uomini si occuperanno della brace. Ci sarà sempre qualcuno che si spaccerà per esperto fuochista anche se in verità non ha mai acceso neppure il fuoco del fornello di casa.

In base alla zona della Sicilia i cibi più gettonati sono la c.d. pasta col forno (pasta al forno), vari tipi di carne da cuocere alla brace come ad esempio la sasizza (salsiccia) rigorosamente con finocchietto, la carne di crasto (maschio della pecora castrato), i pittinicchi (costolette di maiale), la carne di maiale a fette con l’osso e chi più ne ha più ne metta. La scorta della carbonella è meglio farla qualche mese prima per evitare di doverla acquistare su Amazon essendo già finita da tempo nel raggio di 50 km. Naturalmente non può mancare abbondante pane di paese a filoni oppure in pagnotte, vino prodotto dal nonno di qualche amico che a detta dell’anziano congiunto è genuino e non da alla testa e per finire dolci a tinchité (come se non ci fosse un domani).

E dopo che hai mangiato quantità degne di un elefante, con la modalità di un riccio prima di affrontare il letargo, ti rendi conto che è già l’ora di cena e decidi dunque di cuocere la carne avanzata sulla la brace ancora accesa da ore. Del resto come dice mia madre: Gesù non vuole! Per la serie il Signore non accetta che si facciano degli sprechi soprattutto sul cibo.

A questo menù si aggiungono anche i carciofi alla brace solitamente mangiati fino a Pasquetta visto che la stagionalità lo permette ancora, dell’insalata per i più salutisti che vogliono sentirsi a posto con la coscienza, vino rosso come se piovesse, la cassata e dolci vari. La colomba direi di no, la lasciamo ai cacciatori visto che qua in Sicilia ai volatili preferiamo i prodotti della tradizione, anche se si parla di uccelli fatti di brioches.

E così a notte inoltrata si torna a casa felici, le macchine si riempiono di amici che puzzano ancora di brace e che cantano a squarciagola le stesse compilation proposte durante quella giornata, nella speranza di riuscire a tirare fuori quel poco di voce che gli è ancora rimasta. Ma non fai in tempo a varcare la soglia dell’ingresso che ti arriva un messaggio. Sarà qualcuno che ti ringrazia per la bella serata, pensi… Invece guardi lo schermo e ti compare il faccione di Marco che ha creato l’ennesima chat in cui scrive: Beh, allora, dove andiamo per la prossima scampagnata?

E a quel punto ritorno con piedi alla mia realtà, e visto che a Milano tutto questo mi manca non mi resta che riproporlo ai miei amici meneghini. Così tiro fuori il telefono ed azzardo la fatidica proposta: cosa ne dite se per il primo maggio facciamo una scampagnata? Scusa, adesso non posso, sentiamoci nel fine settimana, mi risponde qualcuno.

Una volta arrivato il week end uno di loro mi guarda perplesso, fa una breve pausa di silenzio e poi mi dice: bah, vediamo, non saprei, l’idea di un pic nic (da queste parti la scampagnata corrisponde ad un pic nic sul prato) non mi piace molto perché è uno sbatti (abbreviativo di sbattimento). Dobbiamo trovare un’area attrezzata che non sia troppo incasinata e comunque ci sporchiamo, poi ci puzzano i capelli, bisogna pensare a cosa mangiare e inoltre non abbiamo neppure la valigetta per il cibo e il telo da stendere sul prato… E poi sai una cosa? Fare il il pic nic non è affatto Chic. Piuttosto, che ne dici se ci vediamo tutti per cena e mangiamo una pizza d’asporto da quel kebabbaro giù all’angolo che la fa davvero ottima?

E così mi passano in rassegna le telefonate con gli amici, le chat di Marco, la lista delle cose da comprare, la musica, le chitarre, il karaoke, i dolci, i gavettoni e penso con aria sconsolata che alla fine non mi devo lamentare… sì perché in fondo anche la pizza d’asporto ha il suo perché ma soprattutto realizzo che forse è il caso di precipitarsi ad accendere il pc per prenotare tre voli con destinazione Sicilia validi sia per la prossima pasquetta che per il venticinque aprile ed anche per il primo maggio.

Difficoltà

Facile

Dosi Per

8 Persone

Preparazione

30 Minuti

Cottura

Un’ora circa

Lista ingredienti carciofi alla brace

8 carciofi spinosi freschissimi

Olio extravergine d’oliva q.b.

Sale q.b.

Pepe q.b. (generoso)

Procedimento

1

Per prima cosa accendiamo la brace in modo che il calore si propaghi in maniera uniforme. Nel frattempo prendiamo i carciofi, eliminiamo il gambo lasciandone circa due centimetri, tagliamoli poco sopra la metà per eliminare le spine superficiali e sbattiamoli su un piano per fare aprire le foglie. Laviamoli e facciamo scolare l’acqua.

2

Mettiamo all’interno dell’olio, del sale ed abbondante pepe cercando di farli scivolare entrambi anche all’interno del carciofo. Adesso con un movimento rotatorio inseriamoli nella brace ardente e versiamo ancora un po’ d’olio al suo interno in modo che in cottura rimangano umidi e si ammorbidiscano pe bene.

3

Cuociamo I nostri carciofi per circa 45 minuti/un’ora e comunque fino a quando non saranno cotti e le foglie esterne bruciacchiate. Durante la cottura non dovranno essere girati. Una volta pronti eliminiamo le foglie più dure che sono state a contatto con la brace ed anche la parte esterna del gambo. Serviamoli ancora caldi.

Utile da sapere!

Un’ottima alternativa per preparare i carciofi alla brace è quella di condirli in maniera più generosa. Prendiamo il carciofo versiamo al suo interno dell’olio, dell’aglio tagliato sottile, abbondante pepe e prezzemolo e se servisse ancora dell’olio in modo che rimangano ben morbidi in cottura. Poniamoli a testa in su sulla brace e facciamoli cuocere come indicato nello step N. 3.

 

Per quanto riguarda invece la cottura, un’alternativa alla carbonella è quella di cuocere i carciofi in forno caldo ventilato a 200° per circa 45 minuti. In questo caso utilizziamo una teglia antiaderente e poniamo i carciofi sempre a testa in su.


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