La ricetta
Esistono numerose ricette per preparare i peperoni. Io ho scelto quella dei peperoni ripieni alla palermitana che prevede l’utilizzo di ciò che dalle mie parti si chiama pezzame, un insieme di ritagli di salumi e formaggi molto saporiti.
Quando ero piccolo mia mamma andava a comprare il pezzame dal Sig. Cusimano, il supermercato sotto casa, il quale teneva sempre da parte una scodella in alluminio al cui interno depositava i fondi di salumi e formaggi a cui veniva data una seconda possibilità. Le massaie dell’epoca adoravano il pezzame sia perché costava poco e potevano sfamare la loro famiglia affamata, sia perché gli permetteva di preparare tanti altri condimenti come ad esempio quello del falsomagro. In alternativa al pezzame sarà possibile acquistare delle piccole confezioni di salumi e formaggi in pezzi, sempre presenti nel banco frigo.
Essendo la Cucina di Tricchi Trocchi un blog di racconti e di ricette, prima di vedere come si preparano I peperoni ripieni alla palermitana vorrei raccontarti una storia – in questo caso clicca sul tasto “continua a leggere” per saperne di più – se invece vuoi passare direttamente alla sua preparazione, scorri più in basso per andare alla lista degli ingredienti.
Inoltre se ti fa piacere seguimi su Facebook (clicca qua) ed anche su Instagram (clicca qua).
Quando arrivava il momento di preparare i peperoni ripieni siciliani ero felice come una Pasqua! Chissà poi perché si si dica così! Il senso era però quello, avvertire un misto di gioia ed appagamento per ciò che di lì a poco avrei mangiato.
Si può provare un simile sentimento per una pietanza? Beh, sì. Sono stato sempre un mangione e da bambino c’erano alcune pietanze che mi facevano davvero impazzire. Adoravo i sofficini al formaggio, i wurstel tagliati a pezzi e poi cotti nel sugo e la carne compressa fritta tagliata a fette dopo averla passata nell’uovo e nel pangrattato. Vi ricordate la lattina rettangolare con la chiavetta? Ecco, proprio quella.
Non nego di essere stato un bambino rotondetto, anche se a questa cosa non badavo proprio. Se ero felice mangiavo, se ero triste mangiavo! Insomma, mi ingozzavo sempre!
Succedeva spesso che durante le estati trascorse a casa degli zii mi intrufolassi in cucina oppure nel camerino per sottrarre le merendine che mangiavo chiuso in bagno. Poi avvolgevo l’involucro nella carta igienica ed infine lo sciacquone faceva il suo dovere.
Replicare a casa queste mia gesta era impossibile. I miei mi conoscevamo bene e dunque mettevano sotto chiave qualunque si potesse addentare.
Negli anni ottanta era in voga acquistare il pezzame nelle salumerie. Trattasi di ritagli di salumi e di formaggi per lo più derivanti da scarti di vendita o fondi di prodotto. Per la serie non si butta via niente venivano rimessi in commercio praticando un vantaggioso ribasso rispetto al costo del pezzo intero. Il loro utilizzo era abbastanza vario e la sua principale missione era quella di contribuire a rendere più gustoso qualsiasi tipo di ripieno. Io da goloso lo mangiavo sia cotto, nelle varie pietanze, che crudo.
Il momento della preparazione dei peperoni ripieni alla palermitana per me era un rito: mia madre distribuiva dapprima i fogli del giornale di Sicilia sul tavolo della cucina e successivamente ci svuotava e puliva i peperoni. Poi con tanta perizia tagliava il pezzame della stessa grandezza. Ciò non tanto perché la cottura potesse risultare più uniforme, quanto per distribuirne equamente le quantità. In realtà le porzioni eque non lo erano mai considerando che lei prendeva per sé sempre quelle più piccole. Se qualcuno le faceva notare la cosa rispondeva che non aveva fame. Sapevamo però tutti che così non era… era solo il cuore di mamma!
Il profumo che si sprigionava in cucina durante la frittura che precedeva la cottura in forno ci ricordava che era arrivata l’estate. Io rimanevo incantato a guardare quelle preparazioni con la curiosità di un bambino.
Un giorno, mentre ero intento ad osservare mia mamma suonarono alla porta. Era Annamaria, la nostra vicina di casa che con voce agitata le disse:
Ina, bedda matri po vieniri a me casa ca mi scurdavu r’accattari a carni pi stasira? Chiedeva se mia madre potesse andare a casa da lei visto che c’erano i vecchietti che non poteva lasciare soli. Lei avrebbe fatto una corsa per andare in macelleria a comprare la carne. Poi aggiunse: Deve venire mio fratello con i suoi figli a cena. Se perdo tempo il sig. Cottone chiude il negozio perché oggi ha l’inventario.
Mia mamma, che aiutava sempre tutti, acconsentì nonostante stesse cucinando. Passò mezz’ora, poi un’altra ancora e anche di più ma di Annamaria nessuna notizia. Ogni tanto mia madre suonava alla porta per accertarsi che tutto andasse bene. Poi rientrava a casa dai vicini. A quel tempo non esistevano i cellulari e non si era aggiornati in tempo reale su quanto stesse accadendo altrove. Ad un certo punto suonò il citofono e il portiere annunciò l’arrivo del fratello di Annamaria. Mia madre entrò nel panico dovendo giustificare quell’assenza.
Dopo circa un’ora e mezza si sentirono due mandate alla serratura della porta e Annamaria che faceva capolino in casa. Annamaria, esclamò subito mia madre con voce concitata, cos’è è successo? Ci siamo preoccupati! Ma non dovevi comprare solamente la carne?
A quel punto la vicina scoppiò a ridere e le rispose: sì, ma il sig. Cottone era già chiuso e così ho preso l’autobus per andare dal “carnezziere” in fondo al viale. Una volta salita ho incontrato una signora della parrocchia e ci siamo messe a chiacchierare. Non mi sono accorta però che quella era la corriera per Isola delle Femmine. Ho cercato di convincere l’autista a farmi scendere ma eravamo già in autostrada. Non potevi telefonare? Replicò mia madre! Non avevo gettoni, rispose lei…
A quel punto, dopo avere ascoltato i dettagli dell’accaduto, mia madre rientrò a casa per preparare i peperoni ripieni alla palermitana. Una volta rientrata, si accorse che eravamo tutti a tavola e che grazie alle nozioni che avevo appreso, i peperoni erano già fumanti nei nostri piatti. E così furono tutti contenti… un po’ meno mia madre per tutto il pezzame che avevo mangiato!
Difficoltà
Facile
Dosi Per
6 Persone
Preparazione
1 Ora
Cottura
30 minuti
Lista ingredienti dei peperoni ripieni alla palermitana
N. 6 peperoni piccoli o N. 4 medi
300 gr. di pangrattato
40 gr. di caciocavallo grattugiato
200 gr. di salumi misti a pezzetti
200 gr. di formaggi misti a pezzetti
Cipolla
Salsa di pomodoro o pelato q.b.
Passolini e pinoli q.b. (facoltativi)
Prezzemolo
Sale q.b.
Zucchero q.b.
Olio Extravergine d’oliva
Procedimento
1
Per prima cosa scegliamo dei bei peperoni sodi, con un coltello appuntito incidiamo il picciolo lungo il perimetro e tenendolo da parte. Eliminiamo i semi, i filamenti interni e laviamoli sia dentro che fuori. Capovolgiamoli per fare scolare l’acqua in eccesso e con uno strofinaccio asciughiamoli all’esterno. Mettiamoli da parte fino al loro utilizzo. Nel frattempo tagliamo la cipolla, soffriggiamola e aggiungiamo la salsa di pomodoro oppure in alternativa il pelato. Aggiustiamo di sale, di zucchero e cuociamolo per qualche minuto. Mettiamolo da parte a raffreddare.
2
Versiamo il pan grattato dentro ad una padella, aggiungiamo dell’olio a filo, un po’ di sale e tostiamolo. Versiamolo in una ciotola e facciamolo raffreddare. A parte tagliamo i salumi e i formaggi a pezzetti e aggiungiamoli al pan grattato. Io ho usato mortadella, prosciutto, salame, belpaese, fontina e provolone piccante ma possiamo utilizzare ciò che vogliamo. Inseriamo anche il caciocavallo grattugiato, un pizzico di sale, dell’olio e mescoliamo. La ricetta originale prevede anche la presenza dei passolini (uva passa nera molto piccola) e dei pinoli che tuttavia possono essere omessi se non di gradimento. Infine aggiungiamo qualche cucchiaiata di salsa di pomodoro oppure di pelato, senza esagerare, fino ad ottenere un composto dalla consistenza morbida.
3
Mettiamo un po’ di sale dentro ai peperoni, inseriamo il condimento esercitando un po’ di pressione e infine tappiamoli con il picciolo. Riscaldiamo un giro d’olio in una padella e una volta caldo rosoliamoli su tutti i lati. Disponiamoli in una teglia e inforniamoli in forno caldo ventilato a 190° per circa 40/45 minuti e comunque fino a quando la pelle non tenderà a staccarsi. Qualora li cuocessimo da sdraiati ricordiamoci di girarli a metà cottura. Una volta pronti cospargiamo del prezzemolo e facciamoli intiepidire prima di servirli. In alternativa, piuttosto che rosolarli, potremo cuocerli direttamente in forno irrorandoli preventivamente con dell’olio.
Utile da sapere!
I peperoni al forno alla palermitana saranno più buoni se preparati con qualche ora d’anticipo o addirittura il giorno prima.
Qualora volessimo dare un tocco più coreografico ai nostri peperoni ripieni alla palermitana tagliamo la calottina prima di infornarli e facciamo uscire un po’ di condimento.
Racconto divertentissimo e ricetta strepitosa… Vado a comprare gli ingredienti 😀
Sono davvero contento che ti sia piaciuto sia il racconto che a ricetta! Grazie del tuo commento
Saranno sicuramente buonissimi. Li proverò
Sono davvero buonissimi… Sarà perché mi ricordano l’infanzia, sarà per il profumo che sprigionano i peperoni durante la cottura, ma ti assicuro che questa ricetta è proprio squisita.
Grazie per la ricetta, era da un po’ che la cercavo!
In effetti guardando su internet questa ricetta non si trova. Eppure a Palermo è conosciutissima! Grazie di essere passata da queste parti