

La ricetta
Il gateau di patate al ragù si prepara come il classico timballo con prosciutto e formaggio ma al contrario di quest’ultimo racchiude al suo interno un sorprendente ripieno di carne trita e piselli. In Sicilia si è soliti realizzarlo durante una cena in piedi, un compleanno o più in generale un buffet. Chiamato anche Gattò o Grattò, forma dialettale del termine francese gateau che significa torta, questa specialità è uno dei piatti che è possibile trovare nelle tante rosticcerie dell’isola.
Se desiderate altre idee da proporre ai vostri ospiti durante una cena fredda, vi consiglio anche il brioscione palermitano (clicca qua) e le pizzette da rosticceria (clicca qua).
Essendo la Cucina di Tricchi Trocchi un blog di racconti e di ricette, prima di vedere come si prepara il gateau di patate con ragù vorrei raccontarti una storia – in questo caso clicca sul tasto “continua a leggere” per saperne di più – se invece vuoi passare direttamente alla sua preparazione, scorri più in basso per andare alla lista degli ingredienti.
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Siete arrivati in una città che non conoscete e volete sapere che aria tiri, che clima si respiri o com’è la gente? No, non dovete affidarvi ai racconti di un amico a YouTube oppure a Linea Verde, basta andare al mercato.
Al mercato? Ebbene sì, perché è attraverso le dinamiche di quel luogo scoprirete molte più cose di quanto potreste immaginare.
Non ci credete? Allora vi metto alla prova! Se dovessi chiedervi di tracciarmi i tratti caratteristici del milanese, cosa mi direste? Probabilmente che è una persona pragmatica, pratica, riservata, veloce nell’azione, in continuo movimento, poco incline alla chiacchera e più protesa al risultato.
Bene, adesso provate ad andare al mercato, sì in uno qualsiasi, uno dei tanti mercati settimanali sparsi per la città. Vi accorgerete che nonostante ci sia tanta gente la folla è molto composta, silenziosa, il cliente si avvicina alla bancarella con le idee ben chiare, decide se acquistare in tempi ragionevoli e, qualora a seguito richiesta del prezzo la risposta non rientrasse nel proprio budget, rifiuterà e si allontanerà con la comprensione del venditore.
Inoltre, nonostante ci siano clienti lunga data, il rapporto è schietto con pochi convenevoli. E se qualcuno dovesse recarsi in prossimità della chiusura, in questi casi con fare gentile il proprietario comunicherà che è già tardi invitando gentilmente l’acquirente a ritornare la volta successiva.
Andiamo adesso in un mercato siciliano e osserviamo cosa succede da quelle parti.
Innanzitutto qui esiste l’arte dell’abbanniata praticata sia al mercato anche per strada. Volendo spiegare il concetto, diciamo che con il termine “abbanniare” si intende una forma di pubblicità rudimentale in cui il venditore ambulante urla e si dimena per attrarre l’attenzione dei passanti.
L’abbanniata può essere parlata, cantata, con la rima baciata oppure realizzata con cantilene. Che si venda frutta, pesce, carciofi, oppure biancheria intima, la parola d’ordine è invogliare l’acquirente ad acquistare. Tra le abbanniate più divertenti di quando ero bambino ci sono:
Quella del venditore di sale che al megafono urlava: Comprate il sale e conservatelo, è una vera occasione. Quando mi cercate non mi trovate. Quattro pacchi (qua c’è un momento di silenzio), mille lireeeeeeeeeee!!!
Quella dell’arrotino: “Donne, è arrivato l’arrotino. Arrota coltelli, forbici, forbicine, forbici da seta, coltelli da prosciutto. Ripariamo cucine a gas, abbiamo tutti i pezzi di ricambio per le cucine a gas. Se avete perdite di gas noi le aggiustiamo, se la vostra cucina fa fumo, noi togliamo il fumo dalla vostra cucina a gas…
Quella del venditore di sfincione palermitano (sotto segue la traduzione), che è una sorta di pizza: Ma chi spicialità, chi cosi belle, io ciù fazzu all’antica viaru. Chi ciavuru!!! Chistu è sfinciuni fattu ra bella viaru. Chi ciavuruuuuuuu!!! Chi specialità, chi cuose belle! Io u pitittu ci fazzu grapiri. E’ beddu cavuro e bellu vieru. Uora u sfurnavu, uora. Si tastanu sti specialità, si tastanu. Chi ciavuruuuuuu! Chi cuose i capricciu e chi cuose belle!
Ed ecco la traduzione: Ma che specialità, che belle cose, io lo preparo all’antica. Che profumo!!! Questo è uno sfincione fatto veramente bene. Che profumoooooo!!! Che cose buone! Io vi faccio aprire l’appetito. E’ bello caldo e davvero buono. L’ho sfornato proprio adesso. Queste specialità si devono assaggiare. Che profumoooooo! Queste sono cose di capriccio.
Ma il venditore siciliano fa di più, perché tratta i propri clienti come se fossero amici di lunga vita anche nel caso di perfetti estranei. Ad esempio ho personalmente assistito ad una scena in cui il venditore di carciofi, appellandosi alla massaia, si è pressappoco espresso così:
- Deve credermi come se fossi suo fratello…. Questi carciofi sono la fine del mondo, sono tenerissimi e dolcissimi. Uno zucchero, insomma!
A quel punto, per dimostrare la sua onestà, ha iniziato a raccontare la storia della sua vita, di sua moglie, degli 8 figli, della suocera sempre tra i “cabbasisi” e dei sacrifici che doveva fare per sopravvivere.
Inoltre, essendo la cliente poco propensa in quanto i carciofi non rientravano nei suoi progetti di cena, lui si è appellato al lato tenero e drammatico al contempo:
- Proprio perché è lei faccio un prezzo da che non può rifiutare… La prego, mi aiuti come si aiuta un fratello.
- E’ inutile aggiungere che la povera signora ha acquistato un’intera cassa di carciofi.
Com’è facile intuire da questa divertente passeggiata, emerge l’animo del siciliano: persona rumorosa, estroversa, chiacchierona, indisciplinata, generosa, ospitale e con un gran cuore.
Sì, perché in generale un siciliano non solo non approfitterà mai di voi, ma insisterà per offrirvi il caffè anche quando non ne avrete voglia, vi pagherà il pranzo, la cena e se dovesse invitarvi a casa vi donerà il meglio che ha trattandovi come la cosa più preziosa.
Da bambino mi divertivo ad andare al mercato con mia mamma ed amavo quella confusione che, più che caos, era un modo avvolgente di sentirsi parte di un mondo fatto di semplicità ma al contempo ricco di storia, folclore e allegria.
Ed è proprio al mercato che scoprii per la prima volta il gateau di patate siciliano, chiamato anche gattò oppure grattò, preparato con un ripieno al ragù e piselli.
Il venditore, uomo sulla sessantina, tarchiato e con dei lunghi baffi vendeva patate e preparava alcuni piatti per dimostrare che il suo prodotto poteva avere vari utilizzi.
Ad un certo punto iniziò ad abbanniare intonando questa simpatica filastrocca: se cent’anni vuoi campare, la patata devi gustare. Mangiala a pranzo, mangiala a cena, mangiala sempre ne vale la pena. E quando poi l’avrai mangiata, fatti pure una gran risata, perché la patata certo si sa, rende felici e dà serenità…
Ho capito solamente da adulto il doppio senso che si celava dietro quella divertente composizione.
Difficoltà
Facile
Dosi Per
8 persone
Preparazione
1 ,5 Ore
Cottura
40 Minuti
Lista ingredienti per l’impasto del gateau di patate con ragù
1,5 kg. patate preferibilmente vecchie
100 gr. parmigiano gratt. o caciocavallo
2 uova medie
80 gr. burro
Fecola di patate se usiamo patate nuove
Sale q.b.
ingredienti per il ripieno
Cipolla, carote e sedano q.b.
200 gr. di carne trita mista
200 gr. di pisellini fini surgelati
3 cucchiai doppio concentrato pomodoro
Mezzo bicchiere di vino bianco
3 foglie d’alloro
Noce moscata q.b.
Pepe q.b.
Zucchero q.b.
Sale q.b.
100 gr. di tuma o provola
Olio extravergine d’oliva
ingredienti per gratinare
Burro q.b.
Olio Extravergine d’oliva
Pangrattato q.b.
Utensili richiesti
Una tortiera da 24 cm con cerniera
Procedimento
1
Prima di tutto prepariamo il ragù. Facciamo un soffritto con cipolla, carota e sedano tagliati a dadini, aggiungiamo la carne trita, facciamola soffriggere, aggiungiamo il mezzo bicchiere di vino bianco e alziamo la fiamma. Appena la parte alcolica sarà evaporata e il vino si sarà asciugato inseriamo tre cucchiai di doppio concentrato di pomodoro, l’acqua fino a coprire, la noce moscata, il pepe le foglie d’alloro, il sale, un po’ di zucchero quindi anche i piselli. Se lo gradiamo possiamo anche aggiungere un dado di carne per conferire al ragù un sapore ancora più buono. Cuociamo fino ad ottenere un ragù completamente asciutto.


2
Mettiamo il sale nell’acqua e appena bolle lessiamo le patate. Quando saranno morbide schiacciamole ancora calde nello schiacciapatate insieme alla buccia. Man mano eliminiamola e schiacciamo anche le altre. Aggiungiamo il burro a pezzetti, mescoliamo e lasciamo raffreddare. Appena il composto sarà freddo, se abbiamo utilizzato delle patate nuove, inseriamo in aggiunta tre cucchiaini colmi di fecola di patate. Questo conferirà consistenza all’impasto non rendendolo molle. Una volta inglobata inseriamo anche le uova, il formaggio grattugiato, un po’ di sale e quindi amalgamiamo.


3
Imburriamo generosamente una tortiera da 24 cm. compresi i bordi e distribuiamo all’interno il pangrattato. Inseriamo più della metà del composto e compattiamolo sia alla base che anche ai lati aiutandoci con le mani leggermente bagnate. Versiamo il ragù, conficchiamo la provola a pezzi e copriamo con il resto del composto. Per agevolare l’operazione di copertura dovremo prima schiacciare tra le mani un po’ di composto e poi adagiarlo sulla superficie.


4
Compattiamo la superficie con le mani, chiudiamo i bordi e infine livelliamo con un cucchiaio. Versiamo abbondante pangrattato e aggiungiamo anche dei fiocchetti di burro. Infine irroriamo con un filo d’olio e inforniamo in forno caldo ventilato a 180° per 40 minuti e comunque fino a quando si sarà formata una crosticina dorata. Prima di sformare il gateau di patate al ragù facciamolo intiepidire.




Utile da sapere!

Il gateau di patate con ragù è più buono se preparato il giorno prima. In questo caso gli ingredienti avranno la possibilità di amalgamarsi tra di loro esaltandone i sapori.