La ricetta
Oltre alla ricetta dello sfincione casalingo acquistabile nei panifici, esiste la versione street food chiamata sfincionello per via delle dimensioni più ridotte, le cui caratteristiche si differenziano da quest’ultimo. La pasta appare più soffice e spugnosa grazie a una maggiore idratazione, la cipolla non si sente al tatto essendo frullata dopo la cottura, c’è un minor utilizzo di pomodoro e non si fa generalmente uso di acciughe e caciocavallo grattugiato. Insomma, il condimento è apparentemente più povero ma chi lo ha assaggiato non ha dubbi: la sua bontà non ha eguali.
La ricetta proposta in questo blog è quella originale e il procedimento è stato elaborato da me e da un’amica appassionata di lievitati sulla base delle indicazioni di massima forniteci dagli addetti ai lavori. Credo che rispetto a quelle presenti in rete questa ricetta sia unica anche se ne esistono di simili che tuttavia non hanno i medesimi dettagli. Sarò felice qualora decidiate di provarla e di condividerla con chi vorrete ma non è consentito spacciarla per propria. Lo stesso vale per le foto. Più in generale è sempre buona regola citare l’autore o il blog dal quale è stata presa nel caso si volesse copiare una ricetta e pubblicarla su un canale, sia esso un blog oppure un social.
Essendo la Cucina di Tricchi Trocchi un blog di racconti e di ricette, prima di vedere come si prepara lo sfincionello palermitano (versione street food) vorrei raccontarti una storia – in questo caso clicca sul tasto “continua a leggere” per saperne di più – se invece vuoi passare direttamente alla sua preparazione, scorri più in basso per andare alla lista degli ingredienti.
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Lo sfincione palermitano ha una storia lunga secoli che ci riporta indietro fino al 1700 all’interno del Monastero di San Vito a Palermo sito nel centro storico della città. La leggenda narra che le suore dedite alla cucina, stufe di preparare sempre il solito pane, decisero di inventarsi una ricetta tutta nuova per onorare le feste. Considerando che non avevano a disposizione molti ingredienti, utilizzarono ciò che di più comune c’era in dispensa. Solo il pomodoro non era contemplato nell’originaria versione e così fu aggiunto più avanti.
Il termine sfincione deriva dal greco “spugna” e dal latino “spongia” stando ad indicare l’incredibile morbidezza di questo prodotto da forno. A Palermo è un’istituzione, tanto da essere consumato in ogni momento della giornata, colazione compresa, nonché venduto nei bar, nei panifici e naturalmente presso gli ambulanti del luogo che ne hanno fatto un’icona dello street food dell’isola. Rispetto a quello che si acquista nei panifici o che si prepara in casa, questa versione è molto più soffice ed anche più sobria, ma la cosa sorprendente è che è anche la più buona. In origine veniva preparato con lo strutto, poi arrivò l’olio e con esso la rivisitazione nella preparazione.
Non è una pizza e neppure una focaccia. Lo sfincione è unico nel suo genere ed è l’espressione stessa della storia e della cultura di una Palermo che con il suo folcrore mette in scena, come se fosse un teatro, le allegre gesta dei venditori ambulanti (detti sfincionari) che con le loro Api abbanìano (urlano) a gran voce per attirare l’attenzione dei passanti. Vogliono dirci che loro sono là pronti per farci assaporare questa meraviglia preparata da mani sapienti, mani di chi il mestiere lo conosce da sempre e lo fa con amore da intere generazioni. Ed una voce registrata, sempre la stessa ormai da anni, esce dal megafono come una melodia che rassicura i cittadini che anche oggi ci sarà un pezzo di storia da gustare. E quella voce, divertente e travolgente, fa più o meno così: Ma chi spicialità, chi cuosi belle. Chistu è sfinciuni fattu ra bella vieru. Uora ‘u sfuirnavu, uora! Io u pitittu vi fazzu grapiri. Chi ciavuruuuuu. (Ma che specialità, che cose buone. Questo è uno sfincione fatto davvero bene. L’ho sfornato proprio adesso. Io vi faccio venire l’appetito. Che profumo!!!).
Come da tradizione lo sfincione si consuma istituzionalmente alla vigilia delle feste, il che vuol dire per l’immacolata, il natale e il capodanno. Questa è però soltanto la tradizione, alla quale si accosta un consumo quotidiano che tutti i palermitani ne fanno durante il resto dell’anno. Basti ad esempio recarsi in un panificio intorno alle 19,30 di un giorno qualunque e chiedere una fetta di sfincione da consumare a cena per ottenere sempre la stessa risposta: mi dispiace, finiu!
E a questo punto, se vi è venuta fame di sfincione, non vi resta che prepararlo sia nella versione casalinga (clicca qua) dove troverete anche delle altre storie da leggere, sia nella versione street food proposta in questa pagina. Non mi rimane quindi che augurarvi buon appetito.
Difficoltà
Media
Dosi Per
6 Persone
Preparazione
2 Ore e mezza
Cottura
20 Minuti
Lista ingredienti sfincionello plermitano
425 gr. di farina 00
75 gr. di semola di grano duro
350 gr. di acqua appena tiepida
12 gr. di lievito di birra fresco
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
7 gr. di sale
Lista ingredienti condimento
600 gr. cipolle bianche di giarratana
Concentrato di pomodoro q.b.
Pomodori maturi
Pangrattato q.b.
Un cucchiaino di zucchero
sale q.b.
Olio extravergine d’oliva
Origano q.b.
Procedimento
1
Sbucciamo la cipolla e riduciamola a fettine sottili, versiamola in un tegame, aggiungiamo un giro d’olio extra vergine d’oliva, due bicchieri d’acqua e facciamola stufare per circa 20 minuti a fiamma dolce girando di tanto in tanto e coprendo con un coperchio. Se fosse necessario aggiungiamo dell’altra acqua. Non appena l’acqua si sarà assorbita e la cipolla risulterà cotta frulliamola, inseriamo il concentrato di pomodoro fino ad ottenere una colorazione arancione intensa (circa 4 cucchiaini), lo zucchero, il sale, circa mezzo bicchiere d’acqua e concludiamo la cottura per altri 15 minuti girando spesso. Tutta l’acqua in eccesso dovrà asciugarsi ottenendo un condimento morbido. Facciamo raffreddare completamente.
2
Nella ciotola della planetaria versiamo le due farine e mischiamole con il gancio a foglia a media velocità. Sciogliamo il lievito in acqua appena tiepida, versiamola a filo a più riprese e continuiamo ad impastare. Infine aggiungiamo l’olio, il sale, aumentiamo la velocità della planetaria (su alcune potrebbe corrispondere alla massima) e facciamo incordare l’impasto (ci vorrà un po’ di tempo). Ciò avverrà quando durante la lavorazione si attaccherà al gancio lasciando le pareti e il fondo della planetaria pulite. L’impasto apparirà morbido, elastico e appiccicoso e una volta spenta la planetaria tenderà ad adagiarsi sul fondo.
3
Versiamo l’impasto su un piano da lavoro liscio, facciamolo riposare coprendolo con una ciotola e trascorsi 15/20 minuti facciamo un po’ di pieghe di rinforzo con una spatola fino a quando risulterà meno appiccicoso. Dovremo portare i lembi verso l’interno e poi girare l’impasto dal basso verso l’alto. Copriamo per altri 15/20 minuti e facciamo nuovamente le pieghe. Aspettiamo ancora 15 minuti e rifacciamo le pieghe. Adesso spolveriamo uniformemente sopra l’impasto un po’ di farina 00 e facciamo le pezzature da circa 130 gr. per gli sfincionelli lunghi e 220 per gli sfincionelli rotondi. Pirliamoli dopo avere spolverato il tavolo con pochissima farina 00 (la pirlatura consiste nel roteare la pasta tra le mani).
4
Con le mani bagnate di acqua tiepida stendiamo l’impasto a circa un centimetro di altezza nella leccarda del forno unta con dell’olio o coperta con della carta forno. Se l’impasto una volta steso dovesse tendere a ritirarsi aspettiamo qualche minuto e poi stendiamolo nuovamente sempre con le mani bagnate. Distribuiamo sulla superficie degli sfincionelli il condimento in maniera uniforme sporcando anche i bordi. Aggiungiamo le fette di pomodoro, del pangrattato fine senza esagerare e facciamo lievitare in forno spento per circa 45 minuti massimo un’ora e comunque fino al raddoppio.
5
Inforniamo in forno preriscaldato a 240° statico oppure 220° ventilato qualora avessimo più teglie da infornare contemporaneamente. La cottura durerà circa 20 minuti e comunque varia in base al tipo di forno. Una volta che gli sfincionelli saranno stati sfornati irroriamo con un filo d’olio extravergine d’oliva e distribuiamo dell’origano. Facciamo intiepidire e serviamo i nostri sfincionelli palermitani da street food, magari su della carta marrone così come si usa fare in Sicilia.
Utile da sapere!
Per preparare lo sfincionello palermitano (versione street food) io ho usato una farina 00 con 11 grammi di proteine indicate in etichetta; va bene anche una con 12 grammi. Qualora si adoperasse una farina con meno proteine sarà preferibile stendere l’impasto dentro a delle piccole teglie in quanto l’impasto risulterà particolarmente appiccicoso e tenderà ad espandersi durante la lievitazione.
Finalmente qualcuno che scrive le proteine della farina usata in ricetta ,come mai non sei con video su YouTube?
Ciao Giovanna, grazie! In effetti non siamo in tanti che diciamo nelle nostre ricette il tipo di farina da utilizzare in base alle proteine. Per quanto riguarda YouTube non sono presente perché dovrei dedicare ancora più tempo rispetto a quello che impiego per il sito. Comunque grazie per l’incoraggiamento!
You should write a book ! Marvelous!!
It would be nice!!! Thank you so much ❤️